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Andrea Soldi, morto durante il TSO che doveva “garantirgli incolumità personale”

Il ricovero coatto si è trasformato in un dramma che ora vede inquisiti i vigili che hanno effettuato l’arresto e lo psichiatra, medico curante di Soldi, che ha accompagnato gli agenti.
A cura di Redazione
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Mercoledì 5 agosto Andrea Soldi doveva essere sottoposto ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), un ricovero coatto presso il Centro di Salute mentale dell'Asl 2 torinese eseguito perché, come si legge dal rapporto del nosocomio, "al fine di assicurarne l’incolumità personale e per prevenire danni e lesioni a terzi". L'uomo aveva 45 anni e pesava circa 150 chili e conosceva già quella procedura, poiché sottopostovi altre volte in passato. Questa volta, però, è giunto nella struttura sanitaria in una condizione di arresto respiratorio. Soldi non respirava più e, nonostante i ripetuti tentativi di rianimarlo, è deceduto. Tre giorno dopo lo psichiatra e i tre vigili urbani torinesi che hanno effettuato il ricovero coatto sono indagati. Sulla base delle testimonianze raccolte e del rapporto dell'ospedale Maria Vittoria, il pm sta infatti prendendo in esame la possibilità che Andrea Soldi sia morto di asfissia per effetto dell'intervento della polizia municipale.

Secondo alcuni testimoni Andrea Soldi era seduto ad una panchina dei giardinetti di Piazza Umbria e beveva dell'acqua, quando è stato raggiunto dagli agenti e dal suo medico curante. L'uomo ha rifiutato di seguire i vigili ed è stato uno di loro ad afferrarlo alle spalle e piegargli un braccio intorno al collo. Andrea sarebbe andato in debito di ossigeno, ne sarebbe cambiato il colorito del volto e sarebbe poi caduto al suolo. Alle 16.13, tuttavia, è stato notificato il decesso dopo i tentativi di rianimazione eseguiti in ospedale. Sono inquisiti l'agente protagonista dell'arresto, nonché gli altri due vigili e il medico che, in caso di stretta mortale, sarebbero dovuti intervenire per dissuadere il poliziotto della municipale. I familiari della vittima si sono costituiti parte offesa nell'indagine.

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