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Allarme bomba rientrato all’Alcoa: l’ordigno non poteva esplodere

Una telefonata di una donna ha avvertito della presenza di un pacco sospetto fuori dalla sede Alcoa di Portovesme, al centro delle proteste degli ultimi tempi. Al lavoro gli artificieri.
A cura di Susanna Picone
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Una telefonata di una donna ha avvertito della presenza di un pacco sospetto fuori dalla sede Alcoa di Portovesme, al centro delle proteste degli ultimi tempi. Al lavoro gli artificieri.

Ore 13.20 – I candelotti non potevano esplodere. Gli otto candelotti fatti ritrovare sotto il traliccio dell’Alcoa erano innocui, non potevano in nessun modo esplodere: non c’era gelatina né altro materiale esplosivo. Quello di stamane è stato, insomma, solo un atto dimostrativo, simulato nei minimi dettagli. Questo è quanto accertato dagli artificieri.

Ore 12.30 – C’è l’innesco, la bomba poteva esplodere  – Gli otto candelotti sistemati intorno al traliccio davanti all’ingresso dell’Alcoa di Portovesme sono collegati a un innesco. Da quanto si apprende, gli artificieri dovranno disattivare la corrente elettrica del traliccio prima di procedere al brillamento dell’ordigno. Intanto è arrivata la “ferma condanna” per un gesto sconsiderato da parte del sindacato della Fim-Cisl del Sulsic che ha commentato il ritrovamento degli otto candelotti. Il segretario Rino Barca ha sottolineato come la strategia delle bombe non appartenga alla storia e alla cultura dei lavoratori dell’Alcoa.

Update 12.15 – Scovati otto candelotti. Da un primo esame degli artificieri sul pacco sospetto sono emersi otto candelotti di esplosivo. Sono legati insieme quattro a quattro e sistemati a due dei lati del traliccio. Gli artificieri continuano a lavorare per capire se l’ordigno ha un innesco e se quindi potrebbe esplodere.

È allarme all’Alcoa per la segnalazione di un pacco sospetto rinvenuto nei pressi della sede dell’azienda sarda di Portovesme. Intorno alle 9 di questa mattina all’Ansa è arrivata la telefonata anonima di una donna che ha annunciato la presenza di esplosivo dinanzi allo stabilimento. È stata subito allertata la polizia che ha effettivamente trovato un involucro ai piedi di un traliccio della società Tetra: la zona è stata messa in sicurezza dagli uomini di Carbonia e della Digos mentre gli artificieri, giunti sul posto, stanno già lavorando all’eventuale ordigno.

Ieri gli operai sono scesi dalla torre – La tensione all'Alcoa continua così a salire mentre già quella di ieri era già stata una giornata importante per lo stabilimento sardo e per la protesta dei suoi lavoratori: dall’azienda avevano fatto sapere che nessuno si era fatto avanti per acquisire l’impianto e che dunque la strada resta quella della chiusura, inoltre vi era stata anche la resa dei tre operai che per quattro giorni hanno protestato dall’alto di un silo a 70 metri. Le condizioni di salute di uno dei tre erano peggiorate, tanto da convincerli a scendere dalla torre. A restare senza lavoro, per l’eventuale chiusura dell’Alcoa, saranno circa 500 operai.

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