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Aldo Moro, a 40 anni dalla morte il recital di Fabrizio Gifuni al Salone del Libro di Torino

Il Salone Internazionale del Libro di Torino ha scelto di dedicare alla figura dello statista l’evento di anteprima in programma mercoledì 9 maggio 2018 alle 21.00 alle OGR. Il recital di Fabrizio Gifuni si intitola “Con il vostro irridente silenzio”, uno studio in forma di lettura dalle lettere dalla prigionia e dal memoriale di Aldo Moro.
A cura di Redazione Cultura
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Il trentunesimo Salone Internazionale del Libro cade a quarant’anni precisi dall’assassinio di Aldo Moro, lo statista rapito e ucciso dalle Brigate Rosse. E così il Salone ha scelto di dedicare alla figura dello statista l’evento di anteprima in programma mercoledì 9 maggio 2018 alle 21.00 alle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino. Il recital di Fabrizio Gifuni si intitola "Con il vostro irridente silenzio", uno studio in forma di lettura dalle lettere dalla prigionia e dal memoriale di Aldo Moro. Protagonista del recital è Fabrizio Gifuni, che ha scelto i testi e ne ha curato la drammaturgia con la collaborazione di Christian Raimo, la consulenza storica di Francesco Biscione e Miguel Gotor e la sonorizzazione a cura di GUP Alcaro.

Il 9 maggio 2018 cadono i quarant’anni dall’assassinio di Aldo Moro. Perché ancora oggi si parla di lui in modo così intenso nel dibattito pubblico? Non solo perché rappresenta un cadavere insepolto della nostra storia repubblicana, ma perché nei 55 giorni del suo sequestro si consumò anche una lotta tra le parole: quelle dei comunicati dei brigatisti, le dichiarazioni della politica, le lettere di Moro, che insieme al suo memoriale costituiscono un testo unico per leggere il senso non solo della nostra storia recente ma anche della nostra identità.

Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole sulla carta, appunta a mano, su fogli di bloc-notes forniti dai suoi carcerieri: lettere scritte e recapitate e lettere censurate dai brigatisti, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie. E insieme alle lettere, nella sua prigione del popolo, compone un lungo testo politico, storico, personale: il cosiddetto memoriale, con le risposte e le considerazioni alle domande poste dai rapitori.

Le lettere scandiscono i 55 giorni del sequestro. Le prime tre lettere uscirono dalla prigione il 29 marzo, le ultime due il 5 maggio 1978. Il memoriale giunge a noi in tre differenti momenti, in tre versioni che in parte coincidono, nell’arco di dodici anni. Un primo estratto viene reso noto all'opinione pubblica durante il sequestro: il 10 aprile le Brigate rosse recapitano uno scritto contro il politico genovese Paolo Emilio Taviani; è l’unica parte del memoriale divulgata dalle Br. La seconda volta riappare a Milano in Via Monte Nevoso, ritrovato in un covo brigatista scoperto il 1° ottobre 1978 dal nucleo speciale antiterrorismo guidato dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: 49 fogli dattiloscritti che riportano una parte del memoriale più altre lettere. La terza volta è sempre a Milano, ancora nel covo di via Monte Nevoso, il 9 ottobre del 1990, nello stesso appartamento dove era avvenuto il precedente ritrovamento, dietro un pannello di gesso casualmente scoperto da un operaio nel corso di alcuni lavori di ristrutturazione dell’abitazione: 419 pagine di fotocopie questa volta dei manoscritti del di Moro. Anche in quest’ultima circostanza si aggiungono altre lettere, alcune note altre censurate dai carcerieri.

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