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“Al colonnello 30mila euro al mese per evitare controlli”: le accuse a Mendella

Le accuse degli imprenditori Pizzicato al colonnello della Guardia di Finanza Fabio Massimo Mendella: “gli garantivamo un tenore di vita elevato”.
A cura di Antonio Palma
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"Garantivamo al colonnello Mendella un tenore di vita altissimo", con uno stipendio fisso più altri benefit come vacanze di lusso tutto compreso e feste con vip e calciatori per evitare controlli fiscali. Sono le accuse rivolte al colonnello della Guardia di Finanza di Livorno dai fratelli Pizzicato, imprenditori napoletani che con le loro rivelazioni hanno portato all'arresto dell'alto ufficiale e ad un vero e proprio scandalo tra gli alti vertici delle Fiamme Gialle. Secondo le accuse dei pm di Napoli, dove Mendella ha prestato servizio, il colonnello, arrestato mercoledì con le accuse di concussione per induzione e rivelazione di segreto, aveva un tenore di vita molto elevato perché avrebbe intascato mazzette variabili dai 15mila ai 30mila euro al mese per non effettuare i controlli fiscali previsti, ma anche perché partecipava a feste e vacanze di lusso a spese degli imprenditori amici. Secondo le carte dell'inchiesta, nel 2007, ad esempio, l'ufficiale e la compagna insieme al commercialista Pietro Luigi De Riu, arrestato assieme a Mendella e considerato il tramite per le mazzette, trascorsero una settimana in un residence di Porto Rotondo a spese dei Pizzicato.

Le accuse degli imprenditori al colonello della GdF

Sempre secondo le rivelazioni degli imprenditori partenopei, il colonnello grazie a loro avrebbe anche partecipato ad alcune feste in barca alla presenza di industriali, vip e calciatori. Durante gli accertamenti la Digos inoltre ha riscontrato che proprio in concomitanza con i presunti pagamenti di mazzette l'ufficiale della Guardia di Finanza ha acquistato case a Roma, al mare e in montagna, intestandole a sé o ai propri genitori. "De Riu ci propose di trovare un accordo economico con Mendella, in misura proporzionale al volume d’affari della società. Mi fu detto che con 15 mila euro al mese avremmo potuto star tranquilli. Cominciai quindi a pagare, ma poi nel tempo i versamenti sono cresciuti a 20 mila e poi fino a 30 mila euro" ha spiegato ai magistrati Giovanni Pizzicato, aggiungendo: "Non abbiamo avuto mai alcun controllo generale o comunque mirato dalla Guardia di Finanza. Complessivamente avrò versato oltre un milione di euro". Il contante veniva prelevato in banca in Italia fino al 2011, poi da conti presenti in Lituania e Bulgaria, e messo in scatole per la consegna.

Coinvolti alti ufficiali delle Fiamme Gialle

La pratica, secondo le accuse, proseguì anche con il trasferimento del colonnello Mendella a Roma, attraverso una procedura insolita che diede l'avvio ad un accertamento pilotato che avrebbe coinvolto anche altri ufficiali tra cui il generale Speziale. "De Riu mi aveva detto che questa verifica per poter essere autorizzata, in quanto di competenza territoriale di altro Comando, aveva richiesto una speciale autorizzazione concessa da due generali, uno dei quali mi fu detto essere il generale Spaziante" ha spiegato Pizzicato, aggiungendo: "De Riu, in relazione a questa verifica mi aveva richiesto la somma di euro 150 mila perché a suo dire erano stati coinvolti, data la natura straordinaria dell’iniziativa, i generali che avevano autorizzato la stessa".  Anche per questo gli inquirenti credono che il colonnello Mendella fosse al centro di un vero e proprio sistema di corruzione che avrebbe avuto tra i referenti anche altri ufficiali e generali della Guardia di Finanza tra cui il generale Vito Bardi, comandante in seconda delle Fiamme Gialle, anche lui indagato.

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