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Agrigento: scarcerati 21 boss mafiosi per “vizio di forma”. Timori per chi li ha denunciati

Ventuno dei 58 boss e faccendieri di Cosa Nostra arrestati il 22 gennaio sono stati scarcerati per un “vizio di forma”: si teme per le incolumità di chi li ha denunciati.
A cura di Davide Falcioni
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Ventuno dei 58 boss mafiosi ed estorsori della provincia di Agrigento arrestati il 22 gennaio scorso su ordine della Dda di Palermo sono stati scarcerati. A deciderlo il tribunale del Riesame, che ha annullato le ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari nonostante, per la prima volta, decine di vittime del racket abbiano confermato la richiesta di pizzo e un nuovo pentito, che al contrario dei mafiosi resta detenuto, abbia fatto i nomi di capimafia e gregari. Il tribunale del Riesame si è riservato 45 giorni per il deposito della motivazione dei provvedimenti. Prima di questo termine la Procura non potrà ricorrere in Cassazione, e per questa ragione restano liberi i presunti boss e i loro collaboratori di Cosa Nostra arrestati nel blitz più grande mai compiuto nell'Agrigentino.

Gli inquirenti si sono detti "preoccupati" per la situazione che si è venuta a creare, dal momento che decine di vittime del racket in questo caso hanno riferito ai magistrati di aver subito le estorsioni e rischiano persino di trovarsi faccia a faccia con gli aguzzini scarcerati. Paradossalmente resta invece dietro le sbarre Giuseppe Quaranta, ex capomafia di Favara che, dalla fine del mese scorso, ha iniziato a collaborare con i magistrati. L'indagato ha ammesso di avere rivestito un ruolo di vertice nel clan fino al 2013-2014, parlando di estorsioni e di traffico di stupefacenti e indicando i capimafia della provincia.

Tra gli scarcerati anche nomi importanti di Cosa Nostra agrigentina, tra cui i boss Raffaele Fragapane, Antonino Vizzì, Giuseppe Vella, Luigi Pullara e Giuseppe Blando. Le scarcerazioni potrebbero non essere concluse: proseguono infatti le udienze davanti al tribunale del Riesame. E se, come si sospetta, alla base degli annullamenti ci sarebbe un vizio di forma come il difetto di motivazione dell'ordinanza emessa dal gip, che non sarebbe sufficientemente argomentata, le porte del carcere potrebbero aprirsi per decine di altri detenuti.

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