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Aggressione contro la sede dei Radicali Italiani. Gli studenti rivendicano

Un’aggressione si è verificata questa mattina ai danni della sede nazionale del partito dei Radicali italiani: quattro ragazzi hanno lanciato della vernice contro le vetrine e hanno lanciato un fumogeno. Nessun ferito. L’azione di protesta è stata poi rivendicata da ‘Opposizione Studentesca d’Alternativa’.
A cura di Annalisa Cangemi
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Un'aggressione ai danni della sede nazionale dei Radicali italiani: un atto vandalico, con chiaro intento intimidatorio si è verificato questa mattina alle 9.40 circa, in via Angelo Bargoni a Roma. Gli artefici sarebbero quatto ragazzi, che hanno lanciato vernice rossa sulle vetrine e un fumogeno che fortunatamente si è fermato sulla soglia del locale all'interno del quale erano al lavoro collaboratori e militanti radicali.
Il partito dei Radicali Italiani, che terrà il suo XVII congresso dall'1 al 3 novembre prossimi a Roma, potrebbe essere stato preso di mira per il suo coinvolgimento nella campagna Welcoming Europe, per decriminalizzare il soccorso umanitario nei confronti dei migranti e realizzare passaggi sicuri e legali per i rifugiati; e per il Referendum #MobilitiamoRoma per la messa a gara del Tpl nella Capitale che si terrà l'11 novembre.
"In attesa dell'esito delle indagini della Polizia di Stato che ringraziamo, esprimiamo la nostra condanna per un gesto violento e vigliacco contro un luogo di dialogo e di confronto nonviolento e democratico a viso aperto, un luogo che è sempre stato aperto a tutti e tale resterà", hanno detto in una nota Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani e deputato di +Europa, e la tesoriera Sjlvia Manzi.

"Radicali italiani è stata oggi presa di mira da un gruppo di violenti che lanciando vernice e fumogeni contro le vetrine, con numerose persone all'interno dei locali, hanno rischiato di fare molti più danni di quelli che la loro violenza aveva messo in conto" – ha scritto su Facebook il coordinatore di +Europa Benedetto Della Vedova – "Più della solidarietà, ovviamente dovuta, ai dirigenti di Radicali italiani va reso loro il riconoscimento di essere impegnati su due iniziative, che +Europa convintamente sostiene e che possono avere suscitato l'irritazione dei violenti. La prima è  la campagna Welcoming Europe, per decriminalizzare il soccorso umanitario nei confronti dei migranti e realizzare passaggi sicuri e legali per i rifugiati, la seconda è il Referendum Mobilitiamo Roma per la messa a gara del servizio di trasporto pubblico urbano oggi gestito da Atac. È più che probabile che i violenti volessero fare pagare ai Radicali o il loro impegno sui diritti umani o sulla trasparenza e efficienza della gestione di un enorme carrozzone pubblico e partitocratico. Una ragione in più per stare accanto a Radicali Italiani in queste battaglie".

Gli studenti rivendicano: "Atto contro privatizzazione del trasporto pubblico"

L'Osa (Opposizione Studentesca d'Alternativa), ha inviato una nota per spiegare il motivo dell'azione di protesta: "Stamattina abbiamo sanzionato la sede del comitato promotore del referendum per la privatizzazione dell'Atac, simbolo dell’attacco al trasporto pubblico nelle tratte cittadine e regionali. Agli speculatori, nemici del servizio pubblico, gridiamo: ‘Il trasporto pubblico muore per i vostri profitti". Un altro crimine tuttavia si sta consumando con la complicità dello Stato ai danni della società: altri privati stanno approfittando dei nostri finanziamenti e delle nostre braccia per guadagnare attraverso l'Alternanza Scuola-Lavoro. Continueremo a reclamare l'abolizione di questa pratica, ponendoci in netto contrasto con chi, dentro e fuori le piazze, ha deciso di assecondare questo ‘governo del cambiamento'".

La replica del comitato ‘Mobilitiamo Roma'

"Cari studenti dell'OSA vi invitiamo a un confronto, proviamo a capire insieme se davvero come sostenete è il nostro ‘comitato promotore del referendum che sta portando un attacco al trasporto pubblico' o invece non siano altri soggetti e altre politiche che più o meno consapevolmente voi difendete a distruggerlo. Potremmo persino dialogare e scontrarci con le idee e gli argomenti, togliendo i caschi, senza fumogeni e barattoli di vernice. Certo per renderlo possibile c'è bisogno che nessuno si senta in diritto di "sanzionare" gli altri. Cari, a forza di ‘sanzionare', anziché ascoltare, parlare, proporre in modo nonviolento e democratico, si diventa fascisti".

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