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Agenda digitale, a cosa serve l’anagrafe unica. M5S: “Risparmieremo 65 milioni di euro ogni anno”

Cosa succederà negli uffici dei nostri comuni e come miglioreranno i servizi per i cittadini che hanno bisogno di richiedere certificati all’anagrafe? A queste domande ha risposto il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione Mattia Fantinati (M5S), che ci ha spiegato quanto si potrà risparmiare.
A cura di Annalisa Cangemi
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Un passaggio cruciale verso la digitalizzazione e soprattutto nell'offerta dei servizi, che potranno essere erogati anche da remoto, eliminando anche le code agli sportelli. Con la creazione di un'anagrafe unica nazionale l'intento del Movimento Cinque Stelle è quello di semplificare i rapporti tra Pubblica amministrazione e cittadini. Questo è anche l'obiettivo dell'incontro organizzato alla Camera dal sottosegretario alla Pa Mattia Fantinati, insieme al sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia, il prossimo 8 maggio, con i sindaci.

Non tutte le banche dati dei comuni in questo momento dialogano tra loro e con il ministero. Per risolvere questo problema, che frammenta il territorio in tanti piccoli ‘feudi' digitali non ancora interconnessi, è stata creata appunto l'Anpr, l'anagrafe unica nazionale, nata da una collaborazione tra il M5S e il Team per la Trasformazione Digitale, che permetterà agli utenti di disporre di un grande database unico, in cui saranno caricati i propri dati, consultabili rapidamente. L'anagrafe contiene le informazioni anagrafiche, gli indirizzi di residenza e di domicilio (sia fisico sia digitale) di tutti i residenti in Italia e degli italiani che risiedono all'estero. Al momento sulla piattaforma risultano 1678 comuni (circa 19 milioni si persone). Ogni giorno sulla piattaforma migrano in media 20 comuni. Il sottosegretario Fantinati ha risposto alle domande di Fanpage.it

Perché serve un'anagrafe unica nazionale?

Perché i software e le banche dati di molte amministrazioni non sono interoperabili. Gli enti non si "parlano", ed ecco che, ogni volta che facciamo un certificato, allo sportello ci richiedono quei dati che già sono in loro possesso, e perdiamo tempo. Una follia. Proprio per promuovere l'anagrafe unica nazionale, l'Anpr, dunque, abbiamo organizzato un convegno con i Comuni, l'8 maggio, alla Camera dei deputati. Con me, ci saranno il sottosegretario Carlo Sibilia e il commissario per l'attuazione dell'agenda digitale Luca Attias. Spiegheremo agli amministratori come aderire.

L'Anpr è un progetto partito da tempo, sul quale abbiamo puntato molto. Grazie anche al Team Digitale, dai 13 Comuni migrati all’agosto del 2017, si è passati oggi a circa 1500 enti locali, per quasi 20 milioni di persone. Altri 2080 Comuni per circa 11 milioni di persone sono in fase di pre subentro e contiamo di coprire quasi tutto il territorio in questa legislatura.

Quali sono i vantaggi per i cittadini?

Con una anagrafe unica, finalmente potremo valorizzare questi dati ed erogare servizi ai cittadini in modo efficace ed efficiente, con un click. I "famosi" certificati digitali, di cui si parla da tempo, ma che non si vedevano perché tante Pa si muovevano in modo isolato nel mare magnum dei dati. L'obiettivo è essere ‘all digital', abolire la carta ed avere solo certificati elettronici: rapidi ed agili.

Quanto si risparmierebbe?

Tantissimo. Solo dalla digitalizzazione di una delle funzionalità anagrafiche offerte da Anpr – il cambio di residenza – si stima un risparmio annuale di €65 milioni ogni anno, corrispondente a 3.5 milioni di ore di lavoro, che possono essere reimpiegate in nuove attività. Secondo la Cgia di Mestre, le file agli sportelli costano 31 miliardi l'anno alle imprese, 30 giorni di lavoro all’anno per ogni Pmi, pari a quasi 12.000 euro l'anno, per districarsi tra certificati, bolli, moduli e pratiche varie. Ugualmente oneroso è il calvario per le famiglie. Il 21% dei cittadini aspetta più di 21 minuti in fila a uno sportello Asl. Con la digitalizzazione, ogni pratica si potrà fare da casa. Ci saranno, inoltre, i risparmi indiretti che otterremo dal combattere la corruzione, visto che questa si annida nelle ‘carte false'. Il procedimento digitale è tutto trasparente e tracciabile e non sarà più possibile truccare. Anche qui, i risparmi saranno enormi.

I database delle amministrazioni non sono tutti collegati al ministero. Questo significa che al momento ci sono meno controlli sull'attività dei comuni?

Le amministrazioni centrali ricevono su richiesta i dati che devono controllare. Ovviamente, riceverli in tempo reale e senza ulteriori passaggi produrrebbe risparmi e diminuirebbe la comunicazione di informazioni sbagliate, a voler escludere il dolo di funzionari infedeli.

Che succede ai comuni che non aderiscono all'Anpr? Ci sono sanzioni?

In prospettiva, rendere l'adesione a nuovi modelli organizzativi, come l'Anpr, obbligatori renderebbe tutto più semplice, certo. Noi preferiamo però accompagnare le amministrazioni in questa transizione, per questo organizziamo questi eventi. Diciamo che il coinvolgimento della Corte dei Conti in questo progetto è un grosso incentivo, visto che la Corte valuta come gli amministratori spendono i nostri soldi e irroga sanzioni.

Quali saranno i comuni presenti all'incontro dell'8 maggio?

Moltissimi. Impossibile citarli tutti. È la riprova che in tanti stanno rispondendo a questa sfida.

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