2.122 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Opinioni

A chi fa comodo dare del fascista al Movimento 5 Stelle

Ma che senso ha etichettare come “fascista” il Movimento 5 Stelle? Ma soprattutto, quali sarebbero, al di là della propaganda faziosa e acritica, le minacce alla tenuta democratica portate avanti dai grillini?
2.122 CONDIVISIONI
Immagine

Lo "squadrismo inconsapevole" è solo l'ultima (e forse la più riuscita) fra le definizioni con le quali è stato etichettato il Movimento 5 Stelle negli ultimi giorni. È Corrado Augias a ricordare, nel salotto di Daria Bignardi, le presunte analogie fra il fascismo ed il Movimento 5 Stelle: "Antiparlamentarismo, movimentismo e utilizzo della piazza". Una lettura che ha provocato polemiche e persino un annuncio di querela, da parte del deputato Ivan Della Valle, ma che si inserisce nel solco del botta e risposta a suon di insulti fra i protagonisti della bagarre in Parlamento. E soprattutto, che rappresenta solo l'ultimo assioma del teorema teso a dimostrare l'equiparazione del Movimento 5 Stelle al fascismo, o meglio a rintracciare presunte similitudini tra la nascita del fascismo e la crescita del Movimento 5 Stelle.

Il procedimento è aneddotico e approssimativo, come spesso accade: si prendono singoli episodi, magari completamente decontestualizzati, si estraggono frammenti e dichiarazioni, si forza la ricostruzione dei fatti e si opera una traslazione ad altre epoche ed altre vicende. In maniera spesso strumentale e con l'evidente influenza del cosiddetto effetto aspettativa: la distorsione "dei risultati di un esperimento dovuto all'aspettativa che il ricercatore o i soggetti sperimentali hanno in merito ai risultati stessi". L'effetto Rosenthal, insomma, influenza un'operazione tanto capziosa quanto inutile, strumentale e propagandistica (al netto della riflessione di Augias, che per certi versi contribuisce a fare chiarezza anche su questo punto). Non è un caso che, ad intervalli più o meno regolari, l'accusa di "fascismo" viene lanciata da sponde diverse e non allineate su questioni specifiche.

Sono fascisti i grillini che salgono sul tetto di Montecitorio; lo sono i deputati che provano ad approvare una deroga all'articolo 138 della Costituzione; sono fascisti gli inviti di Grillo alla mobilitazione degli italiani, ad esempio dopo la (legittima e corretta, anche se discutibile politicamente) rielezione di Giorgio Napolitano; lo sono le decisioni della Boldrini di "chiudere la bocca alle opposizioni"; sono fascisti i grillini che occupano le Commissioni, che insultano la Boldrini, le deputate Pd e "chiunque non la pensi come loro"; lo sono i "ministri servi delle banche"; sono fascisti i post di Beppe Grillo.

Insomma, il bollino "fascista" è applicato con una disinvoltura incredibile. Ma soprattutto in maniera strumentale, faziosa e completamente antistorica. Proviamo a spiegare perché, senza lezioncine né (eccessive) banalizzazioni. Non c'è dubbio che in comportamenti specifici, gesti isolati e alcune idee sia possibile individuare alcuni "riferimenti" ad aspetti peculiari della "prassi fascista". Così come non vi è dubbio che una certa impostazione data da Grillo e Casaleggio richiami la costruzione della creatura mussoliniana. Citiamo Emilio Gentile: "Il fascismo fu il primo movimento totalitario nazionalista che mostrò pienamente dispiegati i caratteri di una religione politica, e tale esso si proclamò, in modo coerente con i presupposti irrazionalisti e mitici della sua cultura, istituendo un sistema di credenze, di miti, di riti e di simboli che divinizzavano la nazione e lo Stato e celebravano il culto del duce come un mito vivente". Problematico è anche l'approccio alla questione del post – ideologismo, vera falla nella costruzione identitaria del M5S. Citiamo nuovamente la splendida analisi dei Wu Ming sulla collocazione ideologica del Movimento 5 Stelle (che riprende il paradosso di Quadruppani): “Ci sono due modi di non essere né di destra né di sinistra: un modo di destra e uno di sinistra. […] C’è un modello riscontrabile ad esempio negli indignados spagnoli. Quelli del “non siamo di destra né di sinistra: siamo los de abajo», ovvero quelli di sotto, quelli che vengono dal basso. Di solito, in questi casi, la dichiarazione di «non-appartenenza lineare» si accompagna a pratiche egualitarie, alla presenza di interlocutori «privilegiati» a sinistra e all’ostilità verso qualunque destra. […] e un modo più «normalizzante» e di destra(nonché largamente maggioritario) di dichiararsi né di destra né di sinistra. Qui l’attitudine è: «rossi e neri sono tutti uguali» (cfr. la celeberrima scena di Ecce Bombo in cui Nanni Moretti attribuisce a generici «film di Alberto Sordi» la responsabilità di tale cliché). Si afferma l’equivalenza e l’indistinguibilità tra diversi percorsi e storie. Si getta tutto nel mucchio, occultando il conflitto primario – quello a cui i concetti di «Destra» e «Sinistra» continuano ad alludere, anche se più flebilmente che in passato, ossia la lotta di classe – in nome di surrogati, diversivi, conflitti sostitutivi come quello tra la «gente» e i «politici», la «casta» etc”.

Cosa si deduce da questo complesso di ragionamenti intorno ad alcuni "comportamenti" dei grillini e alla debolezza della riflessione ideologica del Movimento 5 Stelle? Che siamo in presenza dei prodromi della strutturazione di un nuovo fascismo? Che sia reale il rischio di una deriva squadrista? Che esista una minaccia potenziale (vabbeh) per la tenuta democratica rappresentata dai grillini? Che l'Aula possa davvero diventare un bivacco di manipoli a 5 Stelle? Insomma, per dirla in altre parole: oltre le parole, spesso a vuoto, di Beppe Grillo, oltre l'ignoranza di alcuni "cittadini portavoce", oltre alle (preesistenti, attenzione) simpatie para-fasciste di molti elettori a 5 Stelle, oltre agli insulti caciaroni e censurabili dei fondamentalisti, in cosa si sostanzierebbe il pericolo fascismo nel Movimento 5 Stelle?

Il problema è che una operazione simile deve necessariamente essere accompagnata dalle riflessioni di segno opposto. Sono forse fascisti i richiami alla Costituzione e alla centralità del Parlamento? È forse fascista l'ostruzionismo, nel rispetto del regolamento delle Camere, a decreti che si giudicano pericolosi per i cittadini? È forse fascista il dogma della non violenza? È forse fascista l'opera di controinformazione e di diffusione di quanto avviene nelle istituzioni ai diversi livelli? Su questo piano si potrebbe continuare all'infinito, ma il rischio è di scivolare nella contropropaganda 5 Stelle, spesso tanto ridicola quanto le accuse cui risponde.

Il punto è sottrarsi ad un gioco delle parti stancante e francamente abbastanza inutile. Anche perché non sfugge a nessuno che la "personalizzazione della politica", la (vera o presunta) radicalizzazione dello scontro, la "confutazione" delle ideologie, la nuova e diversa "politicizzazione delle masse" (i social network c'entrano e no), il ripensamento della modernità, il populismo e la deriva qualunquista, sono fenomeni pre-esistenti alla nascita stessa del Movimento 5 Stelle. Che ha avuto il merito di dare forma e sostanza a tutta questa ostilità atmosferica. E che non merita gabbie ipocrite e faziose o interpretazioni strumentali. Anche perché non si può pretendere di muovere critiche al pressappochismo ed al qualunquismo dei grillini, utilizzando appunto interpretazioni forzate e parziali (la sineddoche "boia chi molla – M5S fascista" è abbastanza ridicola). Del resto, visto che sembra essere tornati al punto di ridiscutere il senso delle parole, varrebbe la pena di ricordare, come sosteneva Sturzo, che i sistemi totalitari sono sempre la conseguenza, non la causa, della sacralizzazione della politica e che il fascismo fu anche il trionfo del pensiero reazionario e la dittatura delle elite conservatrici.

2.122 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views