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A 9 anni si suicida per colpa dei bulli: “La prendevano in giro perché aveva un amico bianco”

La famiglia di McKenzie Adams, morta suicida a soli 9 anni nella sua casa in Alabama, denuncia alcuni episodi di bullismo che avrebbero convinto la bambina a togliersi la vita: “La prendevano in giro perché aveva un amico bianco. Le dicevano che avrebbe fatto meglio a uccidersi, che non sarebbe mai stata una bianca anche se aveva un amico bianco, che era brutta e che non meritava di vivere”.
A cura di Ida Artiaco
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Si è tolta la vita a soli 9 anni dopo essere diventata il bersaglio di alcuni bulli perché aveva un amico bianco. È questa la denuncia fatta da Jasmine Adams, la mamma di McKenzie, morta suicida lo scorso 3 dicembre nella sua casa di Linden, in Alabama. A trovare il suo corpo senza vita è stata la nonna. Mentre prosegue l'indagine delle forze dell'ordine sulla vicenda, che ha scosso profondamente gli Stati Uniti, la famiglia della bambina non ha dubbi: "Tutto è cominciato alla Jones Elementary School di Demopolis  – hanno dichiarato la mamma e la zia alla stampa locale -. Veniva presa in giro da alcuni compagni di classe perché passava del tempo con un amico bianco. Le dicevano che avrebbe fatto meglio a uccidersi, che non sarebbe mai stata una bianca anche se aveva un amico bianco, che era brutta e che non meritava di vivere".

"Mia figlia parlava molto con me, mi confidava come veniva trattata male in classe – ha continuato la mamma -. Mi sento delusa dal sistema scolastico, che non ha mai ascoltato le nostre richieste d'aiuto". L'accusa, dunque, è ben precisa: "Credevo che mi sarei potuta fidare di loro, degli insegnanti e del preside, ma non hanno fatto niente". Jasmine ha poi raccontato del rapporto speciale tra sua figlia e un amico di famiglia bianco che l'accompagnava tutti i giorni a scuola. "Una parte dei suoi problemi derivavano da questo. Quando la vedevano arrivare con lui le dicevano che era brutta e che avrebbe dovuto morire". Non era tuttavia la prima volta che McKenzie era vittima di bullismo. Episodi del genere si erano verificati anche in un'altra scuola elementare, che la bambina aveva frequentato in precedenza per soli 22 giorni, prima che i genitori decidessero di trasferirla in un altro istituto, anche se secondo il consiglio scolastico le ragioni di questa scelta non furono mai comunicate e all'epoca non si era mai parlato di bullismo. La Jones Elementary School di Demopolis, intanto, si difende, definendo la vicenda "triste e insensata". Intanto, continuano le indagini per risolvere il giallo della morte della bambina.

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