L’avvocato di Sempio a Le Iene: “Chiara uccisa perché aveva scoperto giro di pedofilia, Stasi è innocente”

"La giustizia purtroppo è la giustizia degli uomini. Io sono convinto che Stasi sia innocente. Si è trattato di un errore giudiziario". Lo ha detto in una lunga intervista a ‘Le Iene' l'avvocato Massimo Lovati che, insieme alla collega Angela Taccia, difende Andrea Sempio, indagato per omicidio in concorso nella nuova indagini sul delitto di Garlasco.
"Viene assolto in primo grado, viene assolto in appello. Poi lì si sposta l'ago della bilancia, non so come e perché, e oggi siamo qui ancora a parlare dell'ingiustizia di questa sentenza", ha aggiunto il legale parlando di Alberto Stasi, l'ex fidanzato della vittima dell'omicidio, Chiara Poggi, condannato a 16 anni in via definitiva.

Lovati ha affrontato tanti aspetti del caso, vecchi e nuovi. "Per me (la nuova inchiesta, ndr) è solo fumo negli occhi. Gli elementi indiziari di allora sono ancora quelli di oggi e in più ci sono delle consulenze tecniche di parte che sosterrebbero che quello che non si poteva leggere prima, grazie a quei progressi tecnologici", oggi si può leggere.
Tra questi elementi ci sarebbe la presenza di Dna sulle unghie della vittima, che sarebbe ritenuto dalla difesa di Stasi "comparabile" e "compatibile con il profilo di Andrea Sempio". Elemento confermato anche dalla Procura.
Il 17 giugno inizierà l'incidente probatorio, durante il quale verrano svolti nuovi esami nell'inchiesta riaperta sull'omicidio della 26enne. All'avvocato è stato chiesto cosa potrebbe succedere se anche durante questi nuovi accertamenti il Dna trovato sulle unghie corrispondesse a quello di Sempio.
"Questo è uno scenario a cui non voglio pensare, secondo me, non sono compatibili", ha commentato il legale. Il Dna di Sempio, comparato con quello trovato sulle unghie della ragazza, è stato preso coattivamente perché in un primo momento il 38enne si era sottratto al prelievo.
"Ho consigliato io di non dare il consenso perché non mi fido dei miei contraddittori, quindi voglio che ci sia sempre la garanzia di un giudice terzo", ha detto l'avvocato, aggiungendo che non si fida della Procura.
"La Procura può fare quello che posso fare io, le loro consulenze valgono quanto valgono le mie. L'impronta palmare è la fotocopia del Dna, i presupposti sono uguali, l'avevano già analizzata quell'impronta lì. E ora ci sono questi altri due sapientoni…", spiega ancora Lovati.
I due ‘sapientoni' di cui parla il legale di Sempio sono il tenente colonnello Giampaolo Giuliano, comandante della sezione impronte dei Ris di Roma, e il dottor Nicola Caprioli, esperto in dattiloscopia. Sono i periti che hanno redatto la consulenza tecnica sull'impronta di un palmo di una mano, la "papillare 33", trovata vicino al corpo della vittima.

Secondo gli esperti, almeno 15 minuzie (elementi che rendono le impronte uniche e facilmente riconoscibili quando vengono confrontate con altre, ndr) farebbero ricondurre quest'impronta a quelle di Sempio. "Dicono la stessa cosa di quelli del Dna, che la scienza ha fatto passi da gigante, ma prima non eravamo mica nel Medioevo", commenta ancora Lovati.
L'avvocato è stato intervistato anche sullo ‘scontrino', il ticket del parcheggio che la mattina del delitto collocherebbe Sempio a Vigevano. Un anno dopo il delitto lo aveva portato ai Carabinieri, dicendo di averlo conservato "perché non si sa mai". La circostanza viene ritenuta anomala dagli inquirenti.
Ma Lovati replica: "Lo scontrino non è un alibi perché l'alibi c'è quando c'è un'accusa. Io ti accuso e tu tiri fuori un alibi. Ma lì non c'è stata mai un'accusa". In più, ha spiegato anche le telefonate fatte da Sempio a casa Poggi. Il 38enne era amico del fratello della vittima, Marco Poggi.
Il legale è convinto che Sempio stesse cercando di contattare proprio lui, nonostante pare sapesse che l'amico era in vacanza in Trentino e che a casa fosse rimasta solo Chiara.
Nelle scorse settimane Andrea Sempio è stato convocato in Procura per essere interrogato ma, per un difetto di nullità nell'invito a comparire scoperto dai suoi legeli, non si è presentato. "Perché devo andare a un interrogatorio del mio avversario? – ha detto Lovati a proposito della decisione – Avrebbero fatto domande suggestive".
Durante l'intervista il legale ha ribadito non solo l'innocenza del suo assistito, ma anche quella di Stasi. "Ha fatto un racconto pieno di inesattezze. Ci dice, per esempio, che ha scavalcato il muretto della casa. Ma andate a vedere quel muretto, è alto due metri".
"Loro, la Procura del 2007, dovevano fare solo una cosa: il pomeriggio stesso avrebbero dovuto dire: ‘Vieni, facci vedere dove hai scavalcato', chiamare i Ris e prendere le impronte. E poi chiedere a Stasi di rifarlo", aggiunge.
Lovati ha quindi concluso l'intervista parlando di una sua ipotesi investigativa: "La domanda è: perché Stasi dice le bugie? Copre altri, non se stesso. Si capisce benissimo che è un racconto che gli hanno detto di dire i mandanti dell'omicidio. E lì viene il bello".
"Sappiamo benissimo il motivo: lei aveva scoperto cose compromettenti, un giro di pedofilia. Lei scopre tutto questo e l'organizzazione criminale che traffica esseri umani la uccide. Poi hanno detto a Stasi: ‘Se dici così, ti salvi la pelle'".
La famiglia Poggi: "Basta insinuazioni e ricostruzioni da romanzo"
"La famiglia Poggi è da settimane vittima di una assillante campagna diffamatoria da parte di organi di informazione e social, che non sta purtroppo risparmiando nemmeno l'amata Chiara. Ieri sera la trasmissione Le Iene ha addirittura adombrato una presunta relazione sentimentale di Chiara con un ‘uomo adulto', utilizzando a tal fine le risalenti dichiarazioni di una persona deceduta, già all'epoca ritenute del tutto false".
È quanto scrivono gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, che rappresentano i familiari di Chiara Poggi – i genitori Giuseppe Poggi e Rita Preda e il fratello della vittima Marco, riguardo a un altro segmento della puntata mandata in onda ieri, martedì 3 giugno, del programma Mediaset.

Nel segmento, come riferiscono i legali della famiglia Poggi, è stato intervistato un uomo, oggi deceduto, che tempo fa aveva parlato di una presunta relazione della vittima con un ‘uomo adulto'.
"La continua sovrapposizione fra fughe di notizie, vere o presunte, riguardanti l'attività di indagine e le autonome ricostruzioni romanzesche liberamente costruite dai soggetti più vari, ha determinato l'incontrollabile diffusione di ogni genere di insinuazioni in totale dispregio della realtà dei fatti e del rispetto dovuto ad ogni singola persona a qualsiasi titolo coinvolta nelle vicende in questione", aggiungono i legali in una nota.
"Nell'auspicio che le autorità preposte possano a loro volta contribuire a porre fine a simili reiterate condotte illecite, la famiglia Poggi provvederà da parte sua ad ogni opportuna iniziativa giudiziaria a tutela della dignità e dell'onore di Chiara", concludono Compagna e Tizzoni.