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La morte di Liliana Resinovich

Sterpin ha una sua idea sul killer di Liliana Resinovich: “Pronto a parlare in sede di incidente probatorio”

Claudio Sterpin, amico della 63enne Liliana Resinovich scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e trovata senza vita il 5 gennaio 2022, ha raccontato a Fanpage.it di non aver ancora ricevuto convocazione per testimoniare in sede di incidente probatorio. “Ci andrò a cuor leggero, perché non si può non farlo. Confermerò quello che ho sempre detto perché non ho nulla da nascondere”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Da destra: Claudio Sterpin e Liliana Resinovich.
Da destra: Claudio Sterpin e Liliana Resinovich.
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Non ha ancora ricevuto convocazioni per testimoniare in un eventuale incidente probatorio Claudio Sterpin, l'86enne amico di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e trovata morta nel giardino dell'ex Opp il 5 gennaio 2022. "Sono fuggito da Trieste proprio per evitare l'assalto dei media – ha raccontato a Fanpage.it l'uomo -. Mi trovo in Slovenia per stare un po' tranquillo. In ogni caso, se arriverà la convocazione, risponderò all'obbligo come è giusto che sia. Sono pronto a confermare quello che ho sempre detto anche in sede di incidente probatorio".

L'anziano è seguito dall'avvocato Giuseppe Squitieri del Foro di Roma. Secondo il legale, la convocazione in incidente probatorio servirà a cristallizzare il racconto dell'86enne. "Soprattutto in virtù dell'età del mio assistito – ha spiegato a Fanpage.it -. Il suo racconto è fondamentale per la ricostruzione del caso Resinovich, a prescindere dalla tesi accusatoria della Procura nei confronti di Visintin".

"Se verrò convocato – spiega ancora Sterpin -, mi presenterò a cuor leggero perché non si può non farlo. Confermerò quello che ho detto fin dall'inizio con la certezza che la Procura sa quello che fa. Non sono io a dover spiegare col dito alzato come devono muoversi".

Liliana Resinovich
Liliana Resinovich

Lei che idea si è fatto sulla morte di Liliana? 

L'ho già dichiarato e posso ridirlo: spero per Visintin che non sia lui il vero colpevole della morte di Liliana, che non sia l'esecutore materiale del delitto. Se non è stato lui a ucciderla, conosce sicuramente chi lo ha fatto. È stato ormai acclarato che Lilly non si è suicidata e i dati che per ora abbiamo su questa vicenda parlano chiaro: è stata picchiata a sangue a via Weiss, nei pressi dell'ospedale psichiatrico, e poi è stata trascinata nel boschetto. Si tratta di almeno 60 metri di strada ed è impossibile trascinare un cadavere, seppure di 50 kg, da soli per una distanza simile. Deve esserci stato l'aiuto di qualcuno nel trasportare il corpo. Il cadavere è stato trovato poi in un perfetto stato di conservazione, cosa che a mio parere vuol dire che  è stato lasciato sul luogo del ritrovamento poco prima dell'arrivo degli inquirenti.

Lei quindi non crede che dopo il pestaggio, avvenuto verosimilmente il giorno della scomparsa, sia stata abbandonata nel boschetto? 

No, perché se il corpo fosse rimasto lì anche solo una notte, sarebbe stato divorato da qualche animale selvatico. Quella zona è abitata dai cinghiali e le prove del loro passaggio sono state certificate anche dalle troupe televisive che si sono susseguite in questi anni. Adesso chiaramente la situazione è un po' diversa perché dopo la morte di Liliana quella zona è diventata estremamente trafficata. All'epoca i cinghiali avrebbero subito distrutto il cadavere. Col passare dei giorni avremmo trovato forse solo i vestiti, quindi penso che sia impossibile che sia rimasto lì intonso per tutto quel tempo.

Liliana Resinovich
Liliana Resinovich

Secondo lei a cosa potrà servire la sua testimonianza nell'incidente probatorio?

Io ho raccontato la mia versione alle autorità il 15 dicembre, il giorno dopo la scomparsa di Liliana. Dovevo raccontare la storia mia e di Lilly a chi di dovere, fino a quel momento non la conosceva nessuno. Ho saputo che il marito si era presentato a sporgere denuncia per la scomparsa e io ho sentito il dovere di raccontare tutta la nostra relazione fino a quel maledetto 14 dicembre. Mi sembrava la cosa giusta da fare.  Tutto quello che ho detto lo posso riconfermare in qualsiasi sede e appare già nella mia deposizione iniziale. La mia testimonianza sarà la fotocopia di quello che ho già raccontato perché non ho nulla da nascondere.

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