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Morte Raisi, Meloni esprime solidarietà a Iran, ma dice che non ci saranno modifiche interne al regime

Ospite di Mattino Cinque, la premier ha espresso la solidarietà dell’Italia per la morte del presidente iraniano Raisi. Ha però anche dichiarato che “è difficile aspettarsi rivoluzioni” per quanto riguarda l’assetto interno al regime. Sul confronto in tv con Schlein, la premier non ha chiuso tutte le porte: “Lo faremo in altri modi”. E sulla vicenda Chico Forti ha dichiarato che “è una bella pagina per il governo”.
A cura di Luca Capponi
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La premier Giorgia Meloni ha espresso la solidarietà dell'Italia al governo e al popolo iraniano. Lo ha fatto nel corso di Mattino Cinque, su Canale 5, riferendosi all'incidente aereo di ieri che è costato la vita al presidente iraniano Ebrahim Raisi e al ministro degli Esteri di Teheran Hossein Amir-Abdollahian. La premier ha sposato la posizione delle autorità iraniane "che accreditano la tesi dell'incidente e non letture complottiste" e ha detto di non immaginare modifiche nell'assetto interno dell'Iran. "Noi siamo continuamente in contatto con gli alleati, europei e del G7 – ha spiegato Giorgia Meloni, aggiungendo che – è una vicenda che si inserisce in un quadro particolarmente complesso. Io spero che la futura leadership voglia impegnarsi nella stabilizzazione e pacificazione".

Alla domanda sulla possibilità di nuovi spazi per garantire più libertà come diversi movimenti iraniani invocano da anni, la presidente del Consiglio ha risposto così: "Se si vuole essere realisti non vedo che ci saranno grandi modifiche nel regime iraniano – per poi aggiungere che – è difficile aspettarsi grandi rivoluzioni". Tuttavia la premier ha ribadito il suo impegno in tal senso, dichiarando che "chiaramente continuiamo a monitorare e continuiamo a fare la nostra parte per vedere qualche spiraglio". Quando le è stato chiesto se sia preoccupata, Meloni ha detto che lei è "preoccupata di default, come chiunque abbia sulle spalle la vita delle persone".

Sul dibattito con Schlein: "Lo faremo in altri modi"

L'intervista ha toccato anche tanti temi di carattere interno, a cominciare dal dibattito in tv con la segretaria del Pd Elly Schlein. Un confronto che, dopo la pronuncia dell'Agcom, sembra ormai impossibile che si faccia. Sul tema Giorgia Meloni ha mostrato rammarico: "Sarebbe stato un modo per capire bene cosa cambia se vince un modello o se vince l'altro. Molti mi hanno chiesto chi te lo fa fare? Soprattuto se sei in vantaggio. Secondo me il confronto è sempre bello, aiuta cittadini a capire cosa sta accadendo". Per poi aggiungere che il dibattito "ha dato fastidio a qualcuno, ne prendo atto, lo faremo in altri modi". La premier ha quindi lasciato intendere che la strada per un confronto tra le due leader non sia ancora chiusa del tutto.

Cosa ha detto sul rientro di Chico Forti in Italia

La presidente del Consiglio è poi intervenuta sulla spinosa vicenda legata al ritorno in Italia di Chico Forti, l'imprenditore italiano condannato all'ergastolo in Florida e appena rientrato in Italia, con tanto di intervista – piena di polemiche – al Tg1. "Perché tanta soddisfazione per Chico Forti?", è stata la domanda fatta alla premier, che ha risposto così: "Perché lo conosco da diversi anni, seguivo le vicende e il suo caso, conosco la sua famiglia, sono contenta per una madre che può riabbracciare il figlio, sono contenta di aver mantenuto l'impegno. Sono riuscita dove altri non sono riusciti". Giorgia Meloni ha quindi aperto alla possibilità che Chico Forti possa esaudire la sua richiesta di rivedere la mamma 96enne dopo oltre venti anni. Il ritorno di Forti in Italia "è una bella pagina per il governo – ha concluso Meloni -. Ringraziamo i colleghi statunitensi per la collaborazione. Dopo 24 anni carcere penso fosse giusto per Chico tornare in Italia e riabbracciare sua madre".

Il vero obiettivo delle europee e le possibili alleanze

Venendo alle elezioni europee, Giorgia Meloni ha spiegato che la sua ambizione è quella di cambiare la maggioranza al Parlamento europeo, molto più che concorrere alla scelta del prossimo presidente della Commissione. Una posizione espressa già nel suo intervento alla kermesse del partito spagnolo Vox. "È la maggioranza che sostiene i provvedimenti in Parlamento, che alla fine fa la linea politica, ed è la stessa cosa in Europa", ha sottolineato. "Per cui noi stiamo lì a impiccarci sul tema del nome del presidente della Commissione europea, ma la verità è che la vera sfida è costruire una maggioranza diversa da quella che abbiamo visto negli ultimi cinque anni, che è un innaturale maggioranza tra Ppe, socialisti e liberali". Così ha dichiarato la presidente del Consiglio, che alla domanda sul Partito Popolare Europeo come possibile suo alleato in Europa ha risposto che per lei "i partiti di centrodestra sono potenzialmente alleabili. Io voglio provare a rifare in Europa quello che abbiamo fatto in Italia, dove abbiamo messo insieme partiti di centrodestra di varia estrazione e abbiamo mandato all'opposizione la sinistra. Mi piacerebbe fare la stessa cosa in Europa: alleare i partiti compatibili tra loro in termini di visione, pur con sfumature completamente diverse come ci sono in Italia, e mandare all'opposizione la sinistra". Quindi ha concluso: "È una sfida difficile ma affascinante, e secondo me si può arrivare a centrare".

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