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Calenda dice che non farà nessuna alleanza con Pd e Movimento 5 Stelle

Il leader del Terzo polo boccia l’idea di un’alleanza politica con Pd e Movimento 5 Stelle: “È un tema inesistente, non ci sono elezioni e la pensiamo diversamente su tutto”, dice Calenda.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Non ci sarà nessun campo largo. L'alleanza tra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Terzo polo resterà un progetto naufragato in partenza, almeno secondo il leader di Azione Carlo Calenda. A pochi giorni dal confronto tra le opposizioni, andato in scena al congresso della Cgil, il senatore romano nega la possibilità di un'alleanza strutturale con le altre forze che non sostengono il governo Meloni. Da quello stesso palco è stata lanciata l'idea di un coordinamento anti-Papeete, per usare le parole della moderatrice Lucia Annunziata, su cui lo stesso Calenda ha aperto a patto che si parli di temi condivisi.

"Non c’è nessuna alleanza da fare perché non ci sono elezioni – ha detto il leader del Terzo polo in un'intervista al Corriere della Sera – Le prossime consultazioni sono quelle europee con il proporzionale". Quindi "quello dell’alleanza, peraltro tra persone che la pensano diversamente su tutto, è un tema inesistente". Secondo Calenda "la cosa che va fatta è, se è possibile, coordinare le opposizioni sui temi prioritari". Perciò "ho avanzato una proposta precisa sia a Conte che a Schlein", ovvero "chiedere a Meloni di mettere tutti i soldi disponibili per azzerare le liste d’attesa nella sanità".

Nessun comitato di liberazione nazionale, insomma. "Quello che Pd e 5 Stelle non hanno capito è che questo modo di approcciare le cose garantisce alla destra di riuscire a stare al governo per i prossimi 357 anni – ha continuato Calenda – Schlein nel suo intervento alla Camera sul salario minimo ha fatto una confusione incredibile". Poi ha attaccato la neosegretaria del Pd: "Ha detto che ci sono tre milioni e mezzo di persone in una condizione di povertà lavorativa e ha proposto il salario minimo per quelli di loro che sono scoperti dal contratto collettivo nazionale. Ma i contratti collettivi nazionali coprono quei tre milioni e mezzo di lavoratori che sono sotto i nove euro l’ora".

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