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8 dicembre: in questo giorno gli antichi romani festeggiavano il dio Tevere

L’8 dicembre è una festività particolarmente sentita dal mondo cristiano: in questo giorno si celebra il concepimento senza peccato della Vergine Maria. Ma si tratta di un giorno molto particolare anche nel calendario pagano: oggi, infatti, gli antichi romani festeggiavano il temutissimo dio del fiume Tevere, Tiberio.
A cura di Federica D'Alfonso
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Il Tevere, una delle celebri Quattro Fontane a Roma.
Il Tevere, una delle celebri Quattro Fontane a Roma.

L’8 dicembre la Chiesa cattolica celebra l’Immacolata concezione: un’importante ricorrenza che inaugura le festività dedicate al Natale e che, in molte parti d’Italia, è legata ad antichissime ed affascinanti tradizioni popolari. Nel mondo cattolico questo giorno ricorda il concepimento, immune dal peccato originale, di Maria: un dogma istituito a metà dell’Ottocento da papa Pio IX la cui celebrazione cade, però, in un giorno molto particolare anche per i pagani. Molti simboli antichi si celano ancora dietro tradizioni ormai consolidate nella nostra cultura: come nel caso dell’8 dicembre che, per gli antichi romani, era la giornata dedicata al Fater Tiberinus.

L’8 dicembre per gli antichi romani: il “fater Tiberinus”

Particolare di un gruppo scultoreo che raffigura il ritrovamento di Romolo e Remo alle sponde del fiume Tevere (Parigi, Museo del Louvre).
Particolare di un gruppo scultoreo che raffigura il ritrovamento di Romolo e Remo alle sponde del fiume Tevere (Parigi, Museo del Louvre).

In realtà i primi giorni del mese erano importanti anche per i Greci, che proprio l’8 dicembre onoravano la dea Dike, vergine protettrice della giustizia e dei tribunali. Ma una delle festività antiche più interessanti legate a questa data è senz’altro quella celebrata dagli antichi romani: si tratta in realtà di una ricorrenza poco conosciuta, in quanto diffusa in una particolare zona della Roma antica. Parliamo dell’isola Tiberina, dove anticamente sorgeva un santuario dedicato al dio Tevere o, come veniva chiamato anticamente, “fater Tiberinus”.

Secondo gli antichi in ogni fiume risiedeva una divinità: nel caso del Tevere si trattava di Tiberio, figlio di Giano, l’antico dio “bifronte” capace di guardare contemporaneamente al passato e al futuro e simbolicamente legato all’idea del mutamento e dell’eterno scorrere degli eventi. Secondo la leggenda Tiberio morì cadendo nel fiume, ma il suo spirito sopravvisse entrando nelle acque del Tevere, che proprio da lui prende il nome: acque impetuose e violente come era stato Tiberio, a cui gli antichi abitanti delle rive tributavano onori e sacrifici tenere a bada l’ira distruttiva del dio e del fiume.

Si tratta di un culto antichissimo, legato strettamente alle prime popolazioni stanziate in quella che diventerà la città più importante dell’Impero. Non si conosce la data esatta in cui venne costruito il tempio dedicato a Tiberio sull'isola Tiberina: ma è proprio qui che l’8 dicembre gli abitanti dell’antica Roma si riunivano per celebrare lo spirito del fiume.

Il culto del fuoco: un antico rituale di purificazione

Altrettanto antica, probabilmente nata prima della fondazione di Roma, è l’usanza che lega l’8 dicembre alle celebrazioni in onore del fuoco, elemento sacro e purificatore. In questo caso si tratta di una spiritualità legata agli antichi costumi degli abitanti delle campagne e ai pastori che, fino dalla preistoria, in questo periodo erano soliti accendere dei grandissimi falò per cacciare via le tenebre e il gelo dell’inverno. Quest’usanza sopravvive ancora oggi soprattutto nelle zone del centro Italia: una pratica che oggi si è integrata alle celebrazioni cristiane per la Vergine Maria ma che nei tempi antichi ricorreva in onore del dio Fauno, protettore dei raccolti, dei pastori e delle greggi.

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