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Zika, primo caso a Rimini. Regione Emilia-Romagna: “Situazione sotto controllo”

Si tratta di un 30enne rientrato da una vacanza a Santo Domingo. “La vigilanza resta alta, i servizi sono attivati. La situazione, in Emilia-Romagna, è assolutamente sotto controllo”, ha assicurato la Regione.
A cura di Susanna Picone
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Ancora un caso di virus Zika in Italia, questa volta in Emilia Romagna. Lo ha contratto un uomo di 30 anni di Rimini che di recente aveva fatto un viaggio a Santo Domingo. Il contagio è stato riscontrato presso l'ospedale Sant'Orsola di Bologna, dove sono stati inviati i campioni di sangue del giovane dopo che si era recato dal suo medico di base per malesseri diffusi e febbre. L’uomo aveva manifestato alcuni sintomi della malattia tra cui febbre alta, congiuntive e dolori articolari. Si tratta del primo caso accertato di virus Zika nella Regione. “La vigilanza resta alta, i servizi sono attivati. La situazione, in Emilia-Romagna, è assolutamente sotto controllo”, così l'assessore regionale alle Politiche per la salute Sergio Venturi, dopo la conferma del caso in regione del virus Zika. Il virus Zika è trasmesso attraverso la puntura di zanzare infette del genere Aedes, le stesse in grado di trasmettere la Dengue e la Chikungunya. Aedes aegypti non è presente in Italia, mentre l'albopictus, quella nota anche come zanzara tigre, è molto diffusa e oggetto in Emilia-Romagna, fin dal 2007, di un intenso Piano di sorveglianza e controllo. “Grazie all'esperienza maturata in questi anni e al suo assetto organizzativo – ha spiegato l’assessore Venturi – il Piano di sorveglianza regionale delle malattie trasmesse da insetti è in grado di gestire e limitare eventuali focolai di trasmissione autoctona di questo virus”.

In Italia, finora, i casi accertati di Zika sono stati una decina: tutte le persone hanno contratto il virus all’estero e stanno bene. In Sud America c’è grande preoccupazione in quanto si ritiene che i numerosi casi di microcefalia dei nascituri siano legati proprio alla contrazione del virus da parte delle donne in gravidanza. Per questo l’Onu ha invitato i Paesi maggiormente colpiti a rivedere le proprie leggi sull’interruzione di gravidanza.

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