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“Vieni, ti mostro una cosa”: la porta in campagna e la obbliga a fare sesso

La violenza nelle campagne di Rosolini, in provincia di Siracusa. La donna è riuscita scappare e ad avvertire i carabinieri. L’uomo è stato arrestato mentre la sua vittima è ricoverata in ospedale.
A cura di Antonio Palma
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È evaso dai domiciliari, ha convinto una sua conoscente a seguirlo in auto con una scusa e poi l'ha brutalmente picchiata obbligandola a fare sesso con lui sotto la minaccia di morte. Protagonista dell'assurda aggressione un giovane siciliano di 26 anni con diversi precedenti di polizia arrestato martedì in flagranza di reato a Rosolini, in provincia di Siracusa, e ora accusato di evasione, violenza sessuale, tentato omicidio e rapina. Come ricostruito dai carabinieri, il giovane avrebbe convinto la sua vittima, una donna del posto, ad andare con lui in campagna con la promessa di mostrarle "qualcosa di non meglio specificato". Qui però avrebbe rivelato le sue vere intenzioni in maniera brutale.

Giunti sul posto al riparo da occhi indiscreti, infatti, l'uomo avrebbe iniziato a minacciarla di morte, costringendo la donna a consumare un rapporto sessuale con lui. Impaurita e temendo ulteriori conseguenze, la vittima lo ha assecondato sottoponendosi alle sue violenze. Dopo il rapporto però l'uomo avrebbe iniziato a colpirla con pugni e schiaffi strappandole dal collo due collanine in oro e tentando anche di strangolarla.

Successivamente l'uomo avrebbe deciso di  spostarsi in un altro luogo dicendo che sarebbe stato il posto dove l'avrebbe uccisa. Sentendo ormai minacciata la sua vita, la donna ha subito approfittato della breve distrazione dell'uomo intento a fare manovra per spostarsi ed è scappata a piedi riuscendo poi ad allertare i carabinieri con una chiamata al 112 poco prima delle 18. Oltre ai militari sul posto è giunta anche un'ambulanza che ha trasportato la donna in ospedale, dove è stata ricoverata con diverse ferite e in stato di shock. I carabinieri poco dopo hanno rintracciato anche il 26enne arrestandolo e sottraendolo alla furia dei parenti della vittima che, saputo quanto successo, erano intenzionati a farsi giustizia da soli.

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