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Via libera a “norma De Luca”: presidenti di Regione potranno diventare commissari Sanità

Approvato nella notte in commissione Bilancio l’emendamento che consente ai presidenti di Regione di diventare commissari nella Sanità e ripianare il rosso dei conti, se non sono loro ad aver provocato il dissesto, privilengiandoli alla scelta di un tecnico esterno. La misura di fatto cancella la previsione fatta dal governo Renzi due anni fa, con la Legge di Stabilità per il 2015, di scindere governatori e commissari per evitare che dalla sovrapposizione delle due figure potessero derivare abusi.
A cura di C. T.
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Foto LaPresse/Marco CantileNapoli 16/11/2016CronacaConvegno all'Universit Suor Orsola Benincasa di Napoli: L'Innovazione, Un Ponte tra la Ricerca e l'Impresa. Intervengono , tra gli altri il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.Nella foto: Vincenzo De Luca

Nella notte è stato approvato in commissione Bilancio la cosiddetta "norma De Luca", l'emendamento che consente ai presidenti di Regione di diventare commissari nella Sanità e ripianare il rosso dei conti, se non sono loro ad aver provocato il dissesto, privilengiandoli alla scelta di un tecnico esterno.

La misura di fatto cancella la previsione fatta dal governo Renzi due anni fa, con la Legge di Stabilità per il 2015, di scindere governatori e commissari per evitare che dalla sovrapposizione delle due figure potessero derivare abusi. Secondo la nuova norma passata ieri, il presidente-commissario dovrà far verificare il suo operato a livello di piani di rientro e di performance nei livelli essenziali di assistenza. L'appellativo "norma De Luca" dervia dal fatto che il presidente della Campania – assieme a quello della Calabria – potrebbe essere sin da subito beneficiario della misura.

L'emendamento ha ricevuto forti critiche dalle opposizioni, in particolare Sinistra Italiana e Movimento 5 stelle. Questi ultimi avevano chiesto l'appello nominale per la votazione, conclusasi con diciotto favorevoli, dodici contrari e un astenuto. Qualche perplessità è arrivata anche da alcuni esponenti del Partito democratico, ma i dem hanno comunque ritoccato e messo in votazione la norma. Il relatore, Mauro Guerra, del Pd, ha riformulato la norma prevedendo oltre alla cancellazione dell'incompatibilità del commissario con altri incarichi istituzionali in Regione, anche un controllo ogni sei mesi da parte del tavolo di monitoraggio dei piani di rientro e del comitato Lea. Secondo le opposizioni, però, questa previsione peggiora ancora di più la norma, perché riporta all'automatismo governatore-commissario, lasciando alla possibilità di scegliere un tecnico un ruolo marginale, solo in caso in cui le verifiche non dessero esito positivo. Secondo Barbara Saltamartini, della Lega Nord, "questo emendamento mostra che il metodo De Luca tiene sotto scacco il governo Renzi che pur di vincere la partita del referendum dice sì allo strapotere di De Luca".

Il governatore della Campania, però, si è difeso: "Vorrei solo ricordare che si tratta di una proposta avanzata unitariamente dalla Conferenza delle Regioni ben prima che si aprisse questo dibattito, ed è una iniziativa volta a rimuovere una situazione assurda per la quale fino a un anno fa erano commissari per la Sanità i presidenti che avevano determinato il debito, mentre non possono esserlo coloro che la stanno risanando. Incuriosisce il fatto che quelli che sulla battaglia referendaria lamentano il neocentrismo e la sottrazione di competenze alle Regioni si straccino le vesti nel momento in cui queste vengono riconosciute".

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