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Usa lanciano “la madre di tutte le bombe” in Afghanistan. Trump: “Altro grande successo”

Si tratta della cosiddetta bomba MOAB, la “madre di tutte le bombe”, che pesa quasi 10 tonnellate e ha la forza di distruggere tutto nel raggio di centinaia di metri. È il più potente ordigno non nucleare mai utilizzato. Secondo il il portavoce del governo provinciale avrebbe causato la morte di 82 militanti dell’Isis.
A cura di Susanna Picone
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Gli Stati Uniti hanno sganciato una bomba sull'Afghanistan orientale, nella zona di Nangarhar, con l'obiettivo di colpire lo Stato Islamico. A darne notizia è la Cnn citando fonti militari americane. Il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer ha poi confermato in apertura del briefing quotidiano che gli Stati Uniti hanno colpito l'Afghanistan sganciando una bomba mirata a colpire “tunnel e grotte usate dai miliziani dell'Isis”. Si tratterebbe di una cosiddetta bomba MOAB (“Massive ordnance air blast”, una bomba ribattezzata mother of all bombs – madre di tutte le bombe), che pesa quasi dieci tonnellate e ha la forza di distruggere tutto nel raggio di centinaia di metri. La bomba è stata lanciata oggi intorno alle 19 ora locale. Secondo fonti della Cnn, sarebbe la prima volta che viene utilizzata in combattimento. L’obiettivo appunto quello di colpire i tunnel dell’Isis e i miliziani nel distretto di Achin, nella provincia afgana di Nangarhar.

Questo ordigno – tra le più grandi e potenti bombe non nucleare mai costruite dagli Usa – è stato sviluppato durante la guerra in Iraq. Questa bomba è lunga 9,17 metri e ha un diametro di 1,02 metri. Guidata da un sistema Gps sull’obiettivo, pesa 8,5 tonnellate di esplosivo H-6 ad altissimo potenziale. La sua deflagrazione equivale all’esplosione di 11 tonnellate di tritolo. Il suo peso è tale che non può essere sganciata da un normale bombardiere ma sono stati adattati dei C-130 Hercules, ribattezzati MC 130 Combat Talon. Secondo fonti della Cnn, a sganciare la bomba contro l'Isis è stato un MC-130 delle Forze speciali dell'aeronautica militare americana. A firmare l'autorizzazione per l'uso dell'ordigno è stato il comandante delle forze americane in Afghanistan, il generale John Nicholson.

Il Comando centrale americano in una nota ha reso noto che l'azione rientra nelle "misure in corso per sconfiggere l'Isis in Afghanistan nel 2017″, sedicesimo anno della guerra condotta da Washington nel Paese. “Il raid è stato organizzato in modo da ridurre al minimo il rischio per le forze afghane e americane e per massimizzare l'eliminazione dei combattenti dell'Isis e le loro strutture”, si legge nella nota, “sono state prese precauzioni per evitare vittime civili”.

Il presidente Donald Trump ha manifestato tutta la sua soddisfazione con i giornalisti: “Un'altra missione di successo, sono molto orgoglioso dei nostri militari”, ha detto Trump aggiungendo che i militari hanno la sua “totale autorizzazione”.

Per Amaq nessuna vittima – La bomba avrebbe causato la morte di 82 militanti Isis. Lo ha reso noto il portavoce del governo provinciale, Ataullah Khogyani. In precedenza lo stesso governo provinciale aveva fissato il numero dei militanti uccisi a 36. Secondo Site, che cita l'agenzia dello Stato Islamico Amaq, il raid americano con la "superbomba" non avrebbe invece fatto alcuna vittima tra i militanti jihadisti a Nangahar.

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