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Uragano Matthew, sale il bilancio dei morti in Usa. Ad Haiti è allerta colera

Sono 19 le vittime nelle aree più colpite e in cui vige ancora lo stato di emergenza. La tempesta, che viaggia verso nord, sta tuttavia lentamente perdendo la sua forza. La situazione peggiore, però, è ad Haiti: qui i morti sono mille e scoppia il pericolo colera.
A cura di Ida Artiaco
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Il passaggio dell'Uragano Matthew nella cittadina di St Augustine, Florida
Il passaggio dell'Uragano Matthew nella cittadina di St Augustine, Florida (Getty).

L'Uragano Matthew non dà pace agli Stati Uniti. Anche se la sua intensità sta gradualmente diminuendo, già degradato a ciclone post-tropicale, è salito a 19 il bilancio delle vittime. Quattro sono in Georgia, sei in Florida, una in South Carolina e otto sono in North Carolina, dove sono rimaste senza elettricità più di due milioni di persone. In questi Stati continua ancora lo stato di emergenza dichiarato nei giorni scorsi dal presidente Obama, in seguito al quale centinaia di migliaia di cittadini sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni e ad evacuare negli stati vicini. Intanto, la tempesta continua a spostarsi verso il nord del Paese, anche se sta perdendo sempre più forza ed è destinata a indebolirsi ulteriormente con il passare dei giorni.

Mille morti e rischio colera: il dramma di Haiti

La situazione più difficile continua a registrarsi ad Haiti, dove il numero dei morti causati dal passaggio dell'Uragano Matthew è salito a mille nelle ultime ore. Il governo è stato costretto a seppellire i corpi in fosse comuni nelle aree maggiormente colpite e a mettere in campo azioni per evitare il rischio di colera, che con il passare delle ore e l'intensificarsi delle piogge diventa sempre più possibile. Già ci sarebbero cento vittime di questa malattia. "Fiumi in piena, acque stagnanti e cadaveri umani e di animali sono un terreno perfetto per le malattie trasmesse dall'acqua", ha dichiarato Marc Vincent, rappresentante nel paese caraibico dell’Agenzia delle Nazioni Unite. A destare maggiore preoccupazione sono i bambini, a cui anche l'Unicef sta tentando di dare una mano.

Anche Papa Francesco è intervenuto prima di recitare l'Angelus domenicale dal sagrato di Piazza San Pietro assicurando la sua "vicinanza alle popolazioni e fiducia nel senso di solidarietà della Comunità internazionale, delle istituzioni cattoliche e delle persone di buona volontà". La Caritas ambrosiana, che ha già stanziato 25 mila euro per i primi soccorsi, ha lanciato una raccolta fondi che si aggiunge alle iniziative umanitarie delle Ong presenti nel Paese, come Oxfam, e di organizzazioni come la Croce Rossa.

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