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Mozambico, 96 morti in un nafragio: stavano fuggendo da un’epidemia di colera

Tutti i naufraghi erano in fuga dal Mozambico per i timori che stesse espandendosi nel Paese africano un’epidemia di colera.
A cura di Davide Falcioni
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foto di repertorio
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È salito a 96 il bilancio delle vittime del naufragio di un peschereccio avvenuto ieri al largo delle coste del Mozambico. L'imbarcazione trasportava 130 persone. Lo hanno riferito all'agenzia di stampa Afp le autorità locali. "Altri cinque corpi sono stati trovati nelle ultime ore, quindi parliamo di 96 morti", ha detto Silverio Nauaito, amministratore della piccola isola al largo della provincia settentrionale di Nampula, dove è avvenuta la tragedia.

La maggior parte dei passeggeri stava cercando di fuggire dalla terraferma a causa del panico causato dalla disinformazione sul colera, ha detto il segretario di stato Jaime Neto, aggiungendo che l'imbarcazione era carica all'inverosimile e  non ha retto al peso di centinaia di persone, finendo per affondare. Tra le vittime ci sono molti bambini.

Il Mozambico, uno dei più poveri al mondo, ha registrato quasi 15mila casi di colera, malattia trasmessa dall'acqua contaminata. Da ottobre, secondo i dati del governo, i decessi sono stati almeno 32, ma si sospetta che i numeri reali siano significativamente più alti. Nampula è la regione più colpita, con un terzo di tutti i casi. Un team investigativo è al lavoro per scoprire le cause del naufragio.

Cos'è il colera

Il colera è un’infezione diarroica acuta causata dal batterio Vibrio cholerae. La sua tramissione avviene per contatto orale, diretto o indiretto, con feci o alimenti contaminati e nei casi più gravi può portare a pericolosi fenomeni di disidratazione. Nel diciannovesimo secolo il colera si è diffuso più volte dalla sua area originaria attorno al delta del Gange verso il resto del mondo, dando origine a sei pandemie (per pandemia si intende una manifestazione epidemica di una malattia su larghissima scala, anche planetaria) che hanno ucciso milioni di persone in tutto il mondo. La settima pandemia è ancora in corso: è iniziata nel 1961 in Asia meridionale, raggiungendo poi l’Africa nel 1971 e l’America nel 1991. Oggi la malattia è considerata endemica in molti Paesi e il batterio che la provoca non è ancora stato eliminato dall’ambiente.

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