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Santo Domingo, interrogazione parlamentare sullo scandalo compravendita di visti

Il vicepresidente della commissione esteri del Senato chiede al Governo di vederci chiaro sullo scandalo portato alla luce da Fanpage.
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Un nuovo capitolo si aggiunge all’intricata storia dello scandalo compravendita di visti all’interno dell’ambasciata italiana di Santo Domingo, denunciata da Fanpage con un'inchiesta. Proprio nelle ore in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella firmava l’ultimo atto necessario alla riapertura della sede diplomatica in Repubblica Domenicana, è stata presentata una interrogazione parlamentare per chiedere al Governo di far luce su quanto è successo. 

Il vicepresidente della commissione esteri del Senato Peppe De Cristofaro, esponente di Sinistra Italiana, ha infatti posto al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Paolo Gentiloni una serie di domande circostanziate per diradare le nebbie su una vicenda tutt’altro che chiara. De Cristofaro chiede, innanzitutto, “per quale motivo il Governo italiano abbia giustificato la chiusura della ambasciata di Santo Domingo con motivazioni esclusivamente di carattere economico, quando era stato subito evidente che, invece, la chiusura sarebbe stata antieconomica, contraria agli interessi nazionali e, soprattutto, si era già diffusa la notizia dello scandalo di una compravendita illegale di visti all'interno dell'Ambasciata stessa, come confermato dal viceministro agli affari esteri Giro in una intervista del 2014 ad un sito web della Repubblica Domenicana.” Il viceministro Mario Giro era stato sentito da Fanpage sul merito della questione. Giro aveva deciso di metterci sulla faccia ,chiarendo che il Ministero aveva girato tutti i documenti alla magistratura e che non se ne era saputo più nulla.

Il parlamentare di Sinistra Italiana vuole, poi, capire “se sia stata avviata un'inchiesta interna sulla compravendita illegale di visti da parte del Ministero” e “in caso affermativo, quali provvedimenti siano stati presi a carico dei dipendenti.” A Fanpage risulta che i funzionari abbiano ricevuto lievi punizioni disciplinare e che siano stati, più semplicemente, trasferiti altrove. De Cristofaro si pone anche domande se siano state verificate eventuali responsabilità in capo a colui che allora guidava l'ambasciata, Arturo Oliveri, “richiamato in Italia, dove, pochi mesi dopo, è andato in pensione senza alcun provvedimento nei suoi confronti.” Anche attorno ad Oliveri si è alzata una cortina di fumo: i tentativi di Fanpage di contattarlo e fargli qualche domanda sono stati infruttuosi.

Inoltre, De Cristofaro vuole saperese la documentazione raccolta in merito alla compravendita illegale di visti sia stata trasmessa alla magistratura; se sia in corso un procedimento legale, eventualmente a carico di chi e a che punto sia lo stesso procedimento”. Infine “se il Governo ritenga di doversi costituire parte civile.” Per il senatore, la scelta di chiudere l’ambasciata nel 2014 “è apparsa alquanto stravagante, considerato che a Santo Domingo sono presenti circa 150.000 cittadini tra italiani residenti e turisti, che visitano questo Paese e che la sede di Panama è raggiungibile solo con costosi voli aerei, in evidente contrasto con il criterio dell'invarianza dei servizi, indicato nel decreto sulla spending review” in quanto “la chiusura e la riapertura dell'Ambasciata hanno comportato una enorme spesa, con gravi perdite di bilancio a carico dello Stato.”

Toccherà al ministro Gentiloni rispondere alla interrogazione di De Cristofaro. La speranza è che, finalmente, sia fatta chiarezza su quanto avvenuto, nel silenzio quasi totale delle istituzioni italiane, negli ultimi anni a Santo Domingo e, soprattutto, quali meccanismi siano stati posti in essere per evitare che situazioni gravi come quelle denunciate pubblicamente non abbiano a ripetersi in seguito all’ormai imminente riapertura della nostra ambasciata in Repubblica Dominicana.

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