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Ucraina, la Nato invia navi da guerra per esercitazioni nel Mar Nero

Nel frattempo il presidente ucraino, in visita in Canada, ha chiesto aiuto “a tutto il mondo”. Il suo esercito, tuttavia, ha rotto la tregua a Donetsk …
A cura di Davide Falcioni
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AGGIORNAMENTO – Il presidente russo Vladimir Putin avrebbe minacciato il capo dello stato ucraino Petro Poroshenko: "Se volessi le truppe russe potrebbero essere in due giorni non solo a Kiev, ma anche a Riga, Vilnius, Tallinn e Varsavia o Bucarest". Secondo alcuni osservatori si tratterebbe della prima volta che dal Cremlino arrivano avvertimento diretti a paesi della Nato che, dal canto suo, intanto le truppe le ha già inviate. Navi da guerra appartenenti a numerosi paesi aderenti all'alleanza si stanno esercitando nel Mar Nero: si tratta di due navi romene, una fregata spagnola (ESPS Almirante Juan de Borbon), una canadese (HMCS Toronto) e una bulgara.

Il cessate il fuoco nell'est dell'Ucraina non ha retto: durante la notte infatti due persone sono state uccise a Donetsk dai militari dell'esercito. A renderlo noto sono stati i separatisti della Repubblica popolare, che hanno spiegato come oltre alle due vittime ci siano anche quattro feriti. Anche l'aeroporto e le piazze di Ottobre e Spartak sono state interessati dai combattimenti. I filorussi, inoltre, hanno anche elencato sei casi di violazioni della tregua da parte delle forze armate di Kiev. Dal canto suo il presidente ucraino Petro Poroshenko nel corso di un'intervista alla tv canadese Cbc ha spiegato che il suo esercito ha "infranto qualsiasi speranza di ripristinare dell’Unione Sovietica". Il capo dello stato ha aggiunto che "l’Ucraina ha bisogno di tutto il mondo nella lotta per il suo problema di sicurezza". Sulla possibilità che il conflitto ucraino possa innescare una nuova Guerra Fredda Poroshenko è stato chiaro: "Il nostro paese "ha attraversato il Rubicone e ha infranto qualsiasi speranza di ripristinare dell’Unione Sovietica. Siamo una nazione europea".

Il via libera del parlamento ucraino all'accordo di associazione con l'Unione Europea non ha dunque fermato i combattimenti ad est, né le violenze nei confronti dei giornalisti russi. Una troupe della redazione moscovita della BBC è stata aggredita in Russia Meridionale, dove si era recata per raccogliere materiale sulle morti di militari russi oltre il confine con l’Ucraina. Ma ovviamente a pagare il prezzo più alto sono stati i comuni cittadini: solo ieri si sono registrati 12 morti nelle regioni russofone, co il consueto rimpallo delle responsabilità. Se i separatisti accusano l'esercito di Kiev, quest'ultimo respinge al mittente e rilancia che le abitazioni sarebbero state distrutte da missili grad in possesso dei russofoni.

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