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Torino, il raid rom era premeditato

Torino, raid anti rom programmato. Il fratello della ragazza aveva fermato gli ultras, “Fermatevi, non è colpa di questi!”.
A cura di Carmine Della Pia
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Campo rom Torino

L’assalto al campo rom avvenuto ieri a Torino era premeditato. Le indagini sugli incendi appiccati al campo rom Continassa di Torino proseguono, e si aprono nuovi scenari sui colpevoli del raid. Nelle cassette della posta del quartiere torinese Vallette erano stati messi dei volantini che annunciavano la manifestazione di solidarietà per la sedicenne che aveva denunciato uno stupro subìto da due uomini stranieri. Il corteo è ben presto degenerato in un raid contro il vicino campo rom, ma gli inquirenti si dicono certi della premeditazione dell’attacco. Finora sono stati arrestati due uomini per danneggiamento aggravato, ma si cercano ancora gli autori della rissa, soprattutto tra gli ultras juventini. Molti nomadi avevano già abbandonato il campo prima della manifestazione perché avvertiti da alcuni cittadini, a testimonianza della premeditazione del bieco gesto.

Ossessionati dalla verginità

La sedicenne di Torino aveva denunciato, mercoledì scorso, uno stupro subìto da due uomini stranieri, salvo ritrattare la versione: non ha subito violenza sessuale, si è inventata tutto per nascondere ai genitori di aver perso la verginità con un uomo più grande di lei. Secondo gli inquirenti, infatti,  i genitori si dicevano ossessionati per l’argomento, timorosi che la ragazza perdesse la verginità prima del matrimonio. Proprio per tale paura, la coppia era solita accompagnare la figlia personalmente dal ginecologo, per appurare la sua verginità. La sedicenne, una volta avuto un rapporto sessuale consenziente con un uomo, pare, più maturo di lei, aveva pensato, pertanto, di inscenare uno stupro, e di giustificare, così, ciò che i ginecologi avrebbero detto in occasione della prossima visita.

Il fratello: "Non è colpa di questi"

La manifestazione di solidarietà per la ragazza è diventata, in pochi istanti, una crociata contro il campo rom vicino. Quattro bombe carta, diversi incendi: a sedare gli animi, le forze dell’ordine e il fratello della sedicenne, Alessandro. Scortato dalla polizia, il ragazzo ha raggiunto la folla urlando: “Calmatevi, ragazzi, calmatevi! Scusate, ma mia sorella si è inventata tutto, non è colpa di questi!”. Il danno è ormai fatto e, mentre la ragazza rischia una denuncia per simulazione di reato, il campo rom è quasi devastato. La polizia riesce ad arrestare due uomini, uno di cinquantadue anni e un ventenne, ma le indagini proseguono. L’attenzione è focalizzata, soprattutto, sugli ultras juventini, i cui slogan erano ben visibili, ieri sera.

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