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Tg3 scambia il principio attivo della canapa per una “nuova droga dagli effetti tremendi”

Un servizio del telegiornale regionale piemontese travisa i dati di una ricerca condotta dalla Asl Torino 2 e sostiene che in Piemonte sia arrivata una nuova terribile droga chiamata Thc, dagli effetti 10.000 volte superiori alla comune marijuana. Peccato che la Thc non sia una nuova droga, ma è la sigla che sta a indicare il tetraidrocannabinolo, il principio attivo contenuto nella pianta della canapa.
A cura di Charlotte Matteini
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"Thc è una nuova droga dagli effetti tremendi e si insinua tra gli adolescenti. Allarme da una ricerca della Asl". Così, il 17 maggio scorso, il Tg3 presentava un servizio dedicato a una fantomatica nuova droga immessa sul mercato. "Una storia brutta, una nuova sostanza stupefacente con effetti molti pericolosi, che si sta affacciando sul territorio piemontese, come sostiene una ricerca condotta dalla Asl Torino 2", racconta il giornalista del tg regionale.

Il Thc, però, non è affatto una nuova droga, ma è la sigla che sta a indicare il "tetraidrocannabinolo", ovvero il principio attivo della cannabis. Insomma, nel servizio a firma di Federica Burbatti, le evidenze rilevate dall'azienda sanitaria locale torinese vengono sostanzialmente riportate in modo confuso e presentate al pubblico in maniera allarmistica, facendo credere al pubblico che in Piemonte stia arrivando una nuova potente droga capace di insidiare decine di migliaia di ragazzini e in grado di provocare danni "tremendi". "Oltre 67.000 ragazzi avrebbero assunto, oltre alla marijuana, la Thc, una sostanza psicoattiva contenuta nelle fiorescenze della pianta di cannabis, che ha effetti 10.000 volte superiori rispetto alla tradizionale marijuana" che sarebbe utilizzata "per gli stati d'ansia, per dimagrire o per dormire" e che sarebbe anche molto facile da procurare perché "la si trova su strada e anche su internet." Il servizio non è passato inosservato, tanto che sul web e sui social network circolano numerose smentite, condite anche da una buona dose di polemica.

Sulla pagina Facebook del  Coordinamento Piemontese Unitario per la Legalizzazione della Canapa, per esempio, è stato rilanciato il video del servizio, che ha totalizzato circa 100.000 visualizzazioni in una sola giornata, corredato da una didascalia piuttosto dura: "Politici, tutti… possano capire. In un Paese civile e democratico dovrebbe esserci dibattito su un tema così sentito come la legalizzazione della Canapa. Un dibattito che dovrebbe prevedere una par condicio fra chi è favorevole e chi no alla legalizzazione. Invece si continua a demonizzare, a fare propaganda al proibizionismo evitando il dibattito; evidentemente non hanno argomenti per sopportare un confronto. Eppure ci sono in gioco cose non di poco conto che interessano milioni di cittadini: le libertà personali, la lotta alla mafie e alla criminalità, i pericolo causati dal mercato nero delle droghe, il fallimento del proibizionismo, le infiltrazioni delle mafie nell'economia, nella politica, in tutto il sistema, e, non meno importante, le persistenti difficoltà che i malati incontrano nel poter usare la Canapa come medicina", scrivono gli attivisti, invitando le persone a informarsi e a non prendere per buone tutte le informazioni che vengono diramate dai media tradizionali.

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