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Opinioni

Psicosi (senza motivo) in Svizzera e Germania sui prodotti agricoli campani

Eurogroup Italia blocca l’acquisto di ogni prodotto proveniente da Napoli e Caserta. Senza uno straccio di analisi, senza nessun riscontro scientifico su acque e terreni. La Regione Campania si sveglia dal sonno e annuncia che “adirà vie legali”. Cosa ha fatto Caldoro per tutelare le eccellenze della sua regione? Ora salvare il salvabile potrebbe essere troppo tardi.
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Terreni «contaminati» e «mappati e identificati» per i cui prodotti quali viene esclusa «tassativamente ed inderogabilmente» la vendita. La Terra dei Fuochi continua a seminare panico e le aziende di trasformazione e vendita all'ingrosso di prodotti ortofrutticoli continuano la loro fuga da quello che è stato ormai identificato come una sorta di "triangolo della morte" e ciò senza analisi, senza riscontri scientifici. Dopo la vicenda della Findus e della Md Discount ora tocca ad una azienda di rilievo internazionale come la Eurogroup Italia, che si occupa dell'acquisto e della vendita di prodotti ortofrutticoli per il gruppo Rewe Germania e per la Coop Svizzera. Eurogroup ha bloccato gli approvvigionamenti di prodotti provenienti dalle aree di Napoli e Caserta. È tutto nero su bianco, in un documento che Fanpage.it può mostrare. «Vi informiamo – è scritto – che dalla Regione Campania tramite direttiva ministeriale sono stati identificati e mappati i terreni contaminati e destinati all'agricoltura». Il riferimento è al decreto su Terra dei Fuochi di recente convertito in legge, il 136 del 2013 e in particolare all'articolo 1 comma 5. Cosa dice quel comma? Testualmente che entro 60 giorni gli enti preposti (ovvero il Cra, Consiglio ricerca e la sperimentazione in agricoltura, l'Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale; l'Iss, Istituto superiore di sanità e l'Arpac, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale in Campania) devono presentare «ai Ministri delle Politiche agricole, dell'Ambiente e della Salute una relazione con i risultati delle indagini svolte e delle metodologie usate, contenente anche una proposta sui possibili interventi di bonifica relativi ai terreni indicati come prioritari dalla medesima direttive». E invece la direttiva di Eurogroup Italia stravolge tutto perché sostiene che nel testo sono stati «identificati una serie di comuni». Identificati rispetto a cosa? Perfino il decreto convertito in legge ammette che occorre emanare disposizioni «per la mappatura dei terreni», "bandire" di quasi 60 comuni delle province di Napoli e Caserta senza uno straccio di analisi, senza una evidenza scientifica che ne attesti la contaminazione effettiva e anzi, nonostante alcune aziende (tipo la Coop Italia) abbiano condotto analisi senza riscontrare alcun problema nei prodotti ortofrutticoli, nei terreni e nelle acque, che senso ha? Eurogroup evidentemente cerca di non spaventare i suoi clienti tedeschi e svizzeri e di non presentargli prodotti provenienti da una zona così discussa. Ma alla base di questa psicosi che assume tutti i caratteri della "colonna infame" di manzoniana memoria cosa c'è?

La parte finale della lettera di Eurogroup che dispone di non acquistare più prodotti dalla "Terra dei Fuochi"
La parte finale della lettera di Eurogroup che dispone di non acquistare più prodotti dalla "Terra dei Fuochi"

«Non vorrei che dietro queste scelte si nascondano becere logiche di mercato, ho già dato mandato all'avvocatura regionale di verificare l'opportunità di adire le vie legali» dice l'assessore campano all'Agricoltura Daniela Nugnes. Ma la Regione Campania guidata da Stefano Caldoro finora che cosa ha fatto per tutelare il buon nome dei prodotti ortofrutticoli campani? È una domanda che si fanno gli agricoltori che intanto possono solo abbozzare e subìre perentori ordini, come quello di Eurogroup: «Vi chiediamo pertanto di escludere tutti i prodotti provenienti identificati nelle aree di Napoli e Caserta». Disposizioni che potrebbero non riguardare soltanto la Terra dei Fuochi: «Per quanto riguarda gli altri prodotti provenienti dalla Regione Campania – è scritto nella nota ai produttori – vi richiediamo di farci pervenire entro e non oltre Venerdì 21 Febbraio 2014 l‘identificazione e la mappatura delle aree di produzione». Che significa? Anche i limoni di Sorrento e Amalfi, le nocciole di Giffoni, le Castagna di Montella, solo per citare alcuni dei più celebri prodotti Igp (indicazione geografica protetta) rischiano di finire nella lista degli indesiderabili a Berlino e Zurigo?

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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