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Suicida un altro banchiere di JP Morgan

Un altro banchiere si è tolto la vita lanciandosi dal palazzo di JP Morgan ad Hong Kong. Da gennaio ad oggi, sono tre i dipendenti della società finanziaria che si sono suicidati in circostanze misteriose.
A cura di S. P.
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Un altro banchiere di JP Morgan si è tolto la vita. Si tratta di un banchiere junior di 33 anni, il suo nome era Li Junjie e si è suicidato lanciandosi da una finestra dalla sede asiatica di Hong Kong. È il terzo caso di suicidio a JP Morgan in poco più di un mese. Un primo suicidio vi era stato a gennaio, con il 39enne Gabriel Magee – vicepresidente del dipartimento di tecnologie londinese della banca d’affari – a togliersi la vita. Poco dopo si è ammazzato il 37enne Ryan Crane, anche quest’ultimo si è suicidato a Londra. Un altro decesso che ha scosso JP Morgan risale invece all’estate scorsa: in quel caso, sempre nella capitale inglese, uno studente di 21 anni è stato trovato morto durante il suo stage presso la filiale londinese di Bank of America Merrill Lynch, dopo tre giorni di lavoro ininterrotto.

Come ricorda il Corriere, secondo alcuni sondaggi realizzati dopo la morte di Moritz Erhardt a Londra, le banche d’affari impongono agli stagisti di età compresa tra i 18 e i 25 anni, giornate di lavoro lunghe fino a 13-14 ore, per una media che spesso arriva alle 60 ore settimanali e che talvolta raggiunge le 90 ore. Spesso agli stagisti, inoltre, sono affidati compiti poco qualificanti. Accettano di lavorare così perché spesso il praticantato si traduce in un contratto da analista con uno stipendio base di 70mila dollari, che con i bonus può più che raddoppiare.

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