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Sprechi negli ospedali: ogni anno si butta quasi la metà dei pasti distribuiti

Ogni giorno il 40% dei vassoi serviti ai pazienti finisce direttamente nella spazzatura. Uno spreco pari a 400 milioni di euro al quale il Ministero della Salute ora vuole rimediare.
A cura di Biagio Chiariello
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 Negli ospedali i vassoi con colazione, pranzo e cena dei pazienti, nella quasi metà dei casi, finiscono nell’ dell’immondizia. Come riportato da Avvenire  si tratta di pasti che costano, a secondo dei bandi di gara delle diverse Asl, dai 12 ai 18 euro. Considerato che, secondo il Rapporto del ministero della Salute sulle attività di ricovero, abbiamo una media di circa 11 milioni di  ricoveri l’anno, la spesa per i pasti dei degenti è pari a circa 1 miliardo di euro l’anno. Una situazione che sta cercando di risolvere il ministro della Salute: Beatrice Lorenzin ha chiesto ai suoi direttori generali di mettere a punto un piano anti-spreco in collaborazione con il Banco Alimentare per recuperare i pasti ospedalieri non utilizzati e distribuirli alle associazioni di volontariato che si occupano di lotta alla povertà in Italia. Obiettivo è predisporre delle linee guida con le prassi igienico-sanitarie per il recupero del cibo. “Saranno pronte entro l’autunno”, assicura Silvio Borrello, direttore generale per la sicurezza degli alimenti al ministero. Saranno stabiliti compiti e opportunità, così “si toglierà qualsiasi alibi” agli enti pubblici e “si ridurrà al minimo l’interpretazione della norma”, sottolinea il direttore del Banco Marco Lucchini, aumentando anche il numero dei donatori.

Come rimediare a questo spreco di cibo negli ospedali?

L’iniziativa dovrebbe prendere spunto dall’esperimento già varato a Torino , all’ospedale La Molinette dove si riescono a donare 80 porzioni di cibo non consumato al giorno – 14mila pasti l’anno – oppure all’Asl di Empoli che ogni mese consegna nelle mense dei poveri 150 kg di frutta e 67 di pane. Ma l’iniziativa del ministro dovrebbe essere sostenuta anche dalle diverse regioni e dalle Asl, trasformandola così in un vero progetto di portata nazionale. Gli interventi più importanti sono due interventi, secondo le intenzioni del dicastero della Salute. Il primo riguarda la qualità del cibo, spesso davvero scadente e senza particolare varietà. Il secondo gli orari di distribuzione dei vassoi: oggi i pasti vengono serviti troppo presto rispetto alla tradizione italiana, la cena non dopo le sei pomeriggio, quando i pazienti non hanno ancora fame.

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