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Siria, strage in una scuola: almeno 22 bambini e 6 insegnanti morti

Alcuni raid hanno colpito una scuola nella provincia di Idlib, nel nord-ovest della Siria. Il bilancio delle vittime fornito dall’Unicef.
A cura di Susanna Picone
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Un’altra strage di minori in Siria. Sono almeno ventidue i bambini rimasti uccisi nel corso di alcuni raid che hanno colpito una scuola nella provincia di Idlib, nel nord-ovest della Siria. Oltre a loro l’Unicef, che ha fornito il bilancio delle vittime, conta anche sei insegnanti morti. Il direttore generale Anthony Lake ha denunciato una “tragedia” e un possibile “crimine di guerra”. Quello di ieri, secondo il direttore di Unicef, potrebbe essere il “più sanguinoso attacco mai sferrato contro una scuola dall'inizio della guerra” in Siria. L'Unicef non ha dato informazioni in merito a chi avrebbe sferrato l'attacco. In un comunicato si parla di  “uno scandalo” e si legge che “se questo attacco è deliberato, si tratta di un crimine di guerra”. Un precedente bilancio dell'Osservatorio siriano per i diritti umani parlava di 35 civili uccisi, fra i quali 11 bambini.

Dopo Mosul offensiva a Raqqa – Intanto in merito alla guerra combattuta contro l'Isis nell'est del Paese è arrivato l'annuncio da parte del segretario alla Difesa americano Ash Carter che “nelle prossime settimane comincerà” la più volte annunciata offensiva su Raqqa, roccaforte jihadista e retrovia siriana dello Stato islamico sotto pressione a Mosul. “Era da tempo parte del nostro piano che l'azione a Mosul iniziasse quando è iniziata, e da molti mesi vi è il piano che Raqqa sarebbe seguita a breve giro”, ha spiegato il capo del Pentagono che, parlando ancora dell'operazione a Mosul, ha ribadito che i cinquemila militari americani in Iraq stanno svolgendo un ruolo di sostegno ma non entreranno nella città: “Le nostre forze accompagnano le forze di sicurezza irachene e i peshmerga, ma non faranno parte delle forze di occupazione”. Sull'offensiva di Raqqa rimangono diverse incognite, fra cui il ruolo della Turchia in un'area considerata sotto l'influenza del Pkk siriano e degli Stati Uniti. Più volte Ankara ha annunciato di voler giocare le proprie carte anche sul fronte di Raqqa oltre a Mosul.

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