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Siria, più di 60 raid russi: “Colpiti 50 obiettivi Isis, 600 miliziani in fuga”

Andrei Kartapolov, vice capo dello stato maggiore russo, ha comunicato il primo bilancio delle operazioni in Siria.
A cura di Davide Falcioni
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Cinquanta infrastrutture appartenenti allo Stato Islamico e oltre 60 raid aerei: è il bilancio dei primi quattro giorni di bombardamenti russi in Siria secondo quanto rivelato da Andrei Kartapolov, vice capo dello stato maggiore russo che ribadisce: "Abbiamo diminuito il potenziale combattivo dello Stato islamico". E mentre la Casa Bianca sostiene che i bombardamenti di Mosca hanno colpito i ribelli e indirettamente favorito l'Isis, alcune ONG denunciano almeno 39 vittime civili. I miliziani uccisi, secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), sarebbero 14: 12 appartenevano all’Isis e 2 al Fronte al Nusra.

In seguito ai raid aerei almeno 600 combattenti dello Stato Islamico avrebbero abbandonato le loro posizioni, rende noto ancora Kartapolov. "Nelle loro file è cominciato il panico", ha aggiunto, precisando che a fuggire sono "mercenari". Il Cremlino avrebbe inoltre chiesto agli Stati Uniti di sospendere i bombardamenti nelle zone della Siria prese di mira dai raid dei caccia russi. Gli ufficiali dell'esercito russo hanno comunicato di aver richiesto a Washington, prima di iniziare i bombardamenti, di ritirare tutti gli addestratori dalle zone considerate obiettivo dei raid aerei.

I raid aerei russi hanno convinto le Nazioni Unite a sospendere il suo intervento umanitario nelle aree della Siria interessate dal recente aumento delle attività militari: lo ha reso noto l'ufficio dell'inviato speciale dell'Onu in Siria, Staffan de Mistura, spiegando che la decisione è stata adottata per salvaguardare l'incolumità degli operatori. Gli attacchi russi in Siria dovrebbero durare almeno 3-4 mesi, stando a quanto dichiarato da Alexei Pushkov, presidente della Commissione Esteri della Duma, la camera bassa del Parlamento russo, in un’intervista rilasciata alla tv francese Europe 1.

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