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Siria, intesa raggiunta al Senato Usa: sì a intervento senza forze di terra

Il presidente americano Obama incassa il sì repubblicano all’attacco in Siria. I responsabili della commissione Esteri del Senato hanno raggiunto un accordo su una bozza. Il testo prevede un limite di 90 giorni e il no alle truppe di terra.
A cura di Susanna Picone
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Il Senato statunitense ha raggiunto un accordo sulla bozza che autorizza l’intervento militare in Siria. L’intesa raggiunta dai leader della Commissione Affari Esteri prevede un limite di 60 giorni per l’intervento, con la possibilità di una sola proroga di altri 30 giorni previa approvazione dal parte del Congresso. È escluso l’uso di forze di terra. Oggi il testo sarà sottoposto al voto della Commissione e se sarà approvato passerà all’esame dell’aula il prossimo 9 settembre. A trovare un accordo sulla risoluzione sono stati il Presidente della Commissione Esteri del Senato Bob Menendez e il leader dei repubblicani Bob Corker. Ieri il Presidente Obama, che intanto è partito per il G20 in Europa, aveva invitato il Congresso Usa a un voto rapido per il via libera dell’intervento militare nel Paese di Bashar al Assad.

La posizione di Putin in merito a un attacco in Siria – Un intervento che, secondo Obama, invierà un messaggio non solo al regime di Assad ma anche ad altri Paesi che in futuro volessero sfidare le norme internazionali usando armi chimiche. Resta cauto, invece, il segretario generale dell’Onu Ban Ki moon: secondo lui il raid in Siria rischierebbe di creare ulteriori problemi. Intanto, ulteriori precisazioni, e aperture, su un eventuale attacco in Siria arrivano anche dal presidente russo Vladimir Putin: se fosse comprovato che il regime di Assad è effettivamente responsabile dell’uso di armi chimiche, allora anche la Russia potrebbe approvare un intervento armato che però dovrebbe comunque essere prima approvato dalle Nazioni Unite. In un'intervista al primo canale della tv statale russa, Putin ha detto che in merito all’uso di armi chimiche “ci convincerà solo lo studio molto dettagliato e profondo del problema e la presenza di prove evidenti che dimostrino chi ha usato l'arma e con quali mezzi”. Putin ha precisato peraltro che Mosca continuerà ad adempiere i contratti per le forniture militari già stipulati con Damasco.

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