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Siria, Al Qaeda: “3 milioni a chi uccide Assad”. NYT: “Dagli USA armi ai ribelli”

Il leader del Fronte al Nusra mette a disposizione anche “due milioni” per l’assassinio del capo degli Hezbollah. Il New York Times parla di missili anticarro e pick-up consegnati ai militanti anti-regime.
A cura di Biagio Chiariello
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Il leader del Fronte al Nusra, Abu Mohammed al-Joulani, ha offerto "3 milioni di euro per l'assassinio" del presidente siriano Bashar al Assad e "2 milioni" per quello del capo di Hezbollah, Hasan Nasrallah. Notizia comunque da prendere con le dovute precauzioni, in quanto riferita da Site, portale americano di monitoraggio del jihadismo sul web, ma non certo una garanzia in fatto di informazione su quanto accade in Medio Oriente.  Il leader di Al Qaeda avrebbe fatto appello all'unità delle fazioni combattenti in Siria e chiesto di attaccare la regione alawita del Paese.

Dagli USA fornitura di missili anticarro ai ribelli

Il New York Times scrive invece che gli USA starebbero fornendo armi ai ribelli siriani che combattono contro il presidente Bashar al-Assad, tra cui missili anticarro, “come mai accaduto finora”. Fornitura che andrebbe avanti dal 2013, attraverso un “programma segreto gestito dagli Stati Uniti, dall'Arabia Saudita e da altri alleati con lo scopo di aiutare alcuni gruppi di insorti controllati dalla CIA” contro il governo siriano. Tuttavia, fa presente il Nyt, “il flusso di armi che da Washington arriva ai ribelli attraverso Riad si è fatto molto consistente dall'inizio dell'intervento russo”, perfino "superiore a quello necessario", ha spiegato uno dei capi delle milizie ribelli impegnati a fronteggiare le forze armate di Damasco ad Hama, nella Siria centrale, una delle prime province colpite dai raid aerei di Mosca e Damasco.  "Abbiamo ciò che chiediamo in pochissimo tempo", racconta Ahmad al-Sud, comandante dei ribelli.

Amnesty accusa milizie curde

Nel frattempo Amnesty International, riferendo di una missione inviata in 14 città e villaggi della Siria, accusa l'amministrazione autonoma curdo-siriana. Lo sfollamento forzato delle persone e la distruzione di abitazioni civili da parte delle forze curde attive nel Nord e nel Nord-Est della Siria costituiscono "crimini di guerra". "Distruggendo abitazioni civili in modo deliberato, in alcuni casi demolendo e dando alle fiamme interi villaggi, costringendo alla fuga i suoi abitanti senza alcuna ragione di carattere militare, l'Amministrazione autonoma sta abusando della sua autorità e violando in maniera sfacciata il diritto umanitario internazionale", ha detto Lama Fakih, funzionario di Amnesty.

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