Sindaco di Ischia arrestato, Orfini: “Verrà sospeso, lo prevede lo statuto del Pd”
Anche se per il momento nessuno tira in ballo direttamente il partito, l'arresto per corruzione del sindaco di Ischia, Giosi Ferrandino, inevitabilmente ha finito per coinvolgere anche il Partito Democratico. Anche per questo sul caso è intervenuto anche il Presidente del Pd, Matteo Orfini, che interpellato durato una trasmissione tv ha spiegato: "Sta alla magistratura fare indagini e individuare le responsabilità, noi sospenderemo il sindaco dal Pd come prevede il nostro statuto". "Non penso nel Pd ci sia una questione morale, certo il caso del sindaco di Ischia è grave: ci sono casi che possono accadere e non devono accadere e si pone un problema in più ossia come si argina la corruzione e come un partito si autoriforma per evitare queste infiltrazioni", ha sottolineato ancora Orfini. Del resto dalle intercettazioni ordinate dalla Procura di Napoli è apparso anche il nome di Massimo D’Alema, anche se l'ex segretario del partito rivendica la sua "assoluta trasparenza" nella vicenda degli acquisti di suoi libri e vino da parte della storica coop rossa CPL Concordia. Al di là degli affari col sindaco dell'Isola per le opere di metanizzazione, dalle indagini emerge un "sistema corruttivo" molto più ampio e diversi filoni d’indagine ancora "da approfondire", come scrivono gli stessi pm partenopei nelle ordinanze di custodia cautelare.
"Sistematico ricorso alla corruzione"
Secondo l'inchiesta, coordinata dai pm Woodcock, Carrano e Loreto, infatti i vertici del colosso delle cooperative avrebbero fatto "sistematico ricorso ad un modello organizzativo ispirato alla corruzione che li ha portati ad accordarsi non solo con i Sindaci, gli amministratori locali e i pubblici funzionari, ma anche con esponenti della criminalità organizzata casertana e con gli amministratori legali a tali ambienti criminali". Nel mirino degli inquirenti non solo i lavori a Ischia, ma anche a "Procida, Avellino, i Comuni dell’Agro aversano, tutti appalti e lavori gestiti dalla Cpl di Napoli e tutti all’insegna della corruzione e della collusione". "Impressionante" il numero dei lavori "trattati con il descritto modus operandi" scrivono i giudici, raccontando un episodio durante il quale uno degli indagati ha occultato dei soldi fatti passare alla dogana di Fiumicino nascondendoli nel passeggino della figlioletta.
