Sanità: per la crisi italiani costretti a rinunciare a cure e badanti
Il welfare familiare è in crisi e così gli italiani sono costretti a rinunciare a prestazioni sanitarie e anche a badanti. È quanto emerge dal Rapporto “Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali” di Censis e Unipol. Nell'ultimo anno la spesa sanitaria privata ha registrato un -5,7%, il valore pro-capite si è ridotto da 491 a 458 euro all'anno, e le famiglie italiane hanno dovuto rinunciare complessivamente a 6,9 milioni di prestazioni mediche private. Nell’ultimo anno, inoltre, gli anziani bisognosi hanno rinunciato anche a 4mila badanti. Sono questi, secondo quanto emerge dal rapporto, i segnali di un'inversione di tendenza rispetto a un fenomeno consolidato per cui le risorse familiari hanno compensato per anni un'offerta del welfare pubblico che si restringeva. Oggi, dunque, anche il welfare privato familiare è in crisi.
Cresce la domanda di cure e assistenza
Il Censis stima che 4,1 milioni di persone in Italia sono attualmente portatrici di disabilità (il 6,7% della popolazione) e nei prossimi anni aumenteranno ancora. Nel 2020 diventeranno 4,8 milioni, per arrivare a 6,7 milioni nel 2040. Non è un caso che la spesa totale per le disabilità abbia registrato un forte incremento, superiore al 20% in termini reali tra il 2003 e il 2011, passando da 21,2 miliardi di euro a quasi 26 miliardi. Stando ai dati del Rapporto Censis e Unipol cresce inoltre la domanda di assistenza per la popolazione anziana non autosufficiente. Ma intanto si è ristretto il welfare pubblico. In Italia gli anziani che usufruiscono di assistenza domiciliare integrata sono passati da poco più di 200mila nei primi anni 2000 a oltre 532mila nel 2012. La spesa complessiva per gli anziani serviti dalla long term care è pari attualmente all'1,7% del Pil, ma nel 2050 l'incidenza potrebbe arrivare al 4%, alla luce delle proiezioni demografiche.
Italiani che rinunciano a visite mediche ed esami diagnostici
È emerso anche che il 73% delle famiglie italiane ha fatto ricorso almeno una volta negli ultimi due anni a visite specialistiche o a esami diagnostici a pagamento e l'ha fatto soprattutto per i tempi inaccettabili delle liste d'attesa. Il 31% delle famiglie ha invece dovuto rinunciare almeno una volta negli ultimi due anni a visite specialistiche, a esami diagnostici o a cicli di riabilitazione. Il 72% dichiara inoltre che oggi avrebbe difficoltà se dovesse affrontare spese mediche particolarmente impegnative dal punto di vista economico.