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Riforme, tensione in Aula. Grasso evoca “polizia del Senato”

Caos a Palazzo Madama. Il Presidente del Senato contestato da Lega e M5S nella Capigruppo minaccia l’arrivo della polizia. Poi il chiarimento: “si riferiva agli assistenti d’aula che il Regolamento definisce Polizia del Senato”.
A cura di Redazione
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Ore 21.55 – Il chiarimento di Grasso – "Io alludevo all'articolo 69 primo comma che parla di polizia del senato ma il mio riferimento è stato equivocato come se volessi risolvere tutto con poteri autoritari di polizia d'aula". E' il chiarimento di Pietro Grasso alla ripresa della seduta sulle riforme in merito alle polemiche innalzatesi per le presunte minacce sull'uso della "polizia del senato" dopo le tensioni in Aula "Io mi rammarico possa essere emersa una mia defaillance ma non ritengo che possiamo andare avanti con questi criteri e con queste idee autoritarie – ha chiarito il Presidente del Senato -. Insieme possiamo trovare il modo, io per recuperare la mia serenità, perchè la mia serenità è determinata anche dalla consapevolezza di aver in buona fede fatto tutto quello che ritenevo giusto, si può anche sbagliare, spero di essere creduto".

Ore 20.45 – Grasso evoca "polizia del Senato", vale a dire gli assistenti d'aula – "Il presidente del Senato, Pietro Grasso, si riferiva agli assistenti d'aula che il regolamento, all'articolo 69, definisce ‘polizia del Senato'". E' quanto precisa il portavoce di Grasso, Alessio Pasquini, in merito a quanto avvenuto in capigruppo e all'ipotesi di ricorrere alla "polizia" per garantire lo svolgimento dei lavori. Viene inoltre riferito che "il presidente aveva già chiarito in capigruppo con il senatore di Gal Ferrara.

Ore 19.15 – M5S e Lega contestano Grasso urlando "Libertà" – Clima incandescente questo pomeriggio a Palazzo Madama per gli attacchi di Lega e Movimento 5 Stelle al presidente Grasso, contestato per non aver concesso il voto segreto sull'emendamento Candiani e per non aver lasciato spazio per le dichiarazioni di voto. I senatori del Carroccio e quelli grillini hanno urlato "Libertà libertà libertà" costringendo Grasso a sospendere  la seduta e poi a convocare l'ennesima riunione dei capigruppo per chiarire la questione."Ho abbandonato i lavori della capigruppo perchè non voglio prestarmi a questa finzione". ha poi detto Vito Petrocelli, capogruppo M5S al Senato. Non usa mezze parole Fabrizio Cicchitto, deputato del Ncd: "Purtroppo è  evidente che Grasso non è all'altezza della situazione". 

Ore 13:15 – Dopo una lunghissima discussione sulla possibilità che si votasse nuovamente a scrutinio segreto, il Presidente Grasso ha dato il via libera alla votazione palese sul secondo emendamento Candiani: nessun problema per la maggioranza, che respinge la proposta di riduzione dei parlamentari avanzata dall'esponente leghista.

Ore 12:00 – Mentre continua la votazione degli emendamenti al ddl Renzi – Boschi, arrivano le prime reazioni alla battuta d'arresto incassata dal Governo sull'emendamento Candiani. Se c'è chi valuta il "ripristino del bicameralismo perfetto" e l'incrinatura dell'asse con Forza Italia, va detto che la vera discussione sembra aprirsi all'interno del Partito Democratico, con i renziani che parlano del "ritorno dei 101" che avevano affossato Prodi nell'elezione alla Presidenza della Repubblica.

Con 154 voti favorevoli e 147 contrari il Senato ha approvato un emendamento presentato dal leghista Stefano Candiani che sostanzialmente garantirà al nuovo Senato di esprimersi e votare su una serie di materie considerate "eticamente sensibili", come i Tso, i diritti civili, il bio-testamento eccetera. L'emendamento, che dunque restituiva al Senato competenze sui temi della famiglia, della salute e dell'etica, vedeva il parere contrario del Governo e della relatrice Finocchiaro ed è stato approvato a scrutinio segreto. Si tratta di un clamoroso stop per la maggioranza, che apre una prima crepa nel progetto del Governo Renzi di superamento del bicameralismo perfetto e che lascia presagire quanto siano alti gli ostacoli da superare, nonostante canguro e ghigliottina.

La partita ruota intorno al voto segreto e proprio intorno all'emendamento Candiani è andata in scena un serrato botta e risposta tra il capogruppo del Partito Democratico Zanda ed il Presidente del Senato Grasso. Alla fine, sono stati 89 i senatori ad avanzare la richiesta di voto segreto, con la minoranza del Partito Democratico (Casson nello specifico) che ha poi deciso di sottoscrivere l'emendamento del collega leghista.

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