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Rientro dei capitali dall’estero, verso i 3,4 miliardi di gettito fiscale

A pochi giorni dalla scadenza per presentare domanda, sono 90mila le istanze di emersione presentate per un gettito stimato di 3,4 miliardi di euro.
A cura di Antonio Palma
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Il meccanismo del rientro dei capitali accumulati all'estero evitando il Fisco italiano sembra stia dando i suoi frutti. Dall'inizio del meccanismo della cosiddetta voluntary disclosure infatti sarebbero già oltre 90mila le richieste presentate agli uffici dell'Agenzia delle Entrate sul nostro territorio per un incasso totale a fine operazione che nelle stime dovrebbe attestarsi intorno a 3,4 miliardi di euro. Sono questi i calcoli dell'Agenzia delle Entrate riportati dall'Adnkronos a solo una settimana dalla scadenza per la presentazione delle domande di adesione fissata al 30 novembre prossimo. Il meccanismo per regolarizzare la propria posizione fiscale, anche penale, pagando le relative imposte e le sanzioni in misura ridotta, quindi sembra aver raggiunto in pieno il suo obiettivo e anzi di averlo superato, se questi dati saranno confermati.

Se il governo italiano e il Fisco avevano ipotizzato circa 30 miliardi di euro di reddito imponibile rientrato dall'estero a fronte di una disponibilità di capitali illegalmente detenuti fuori dall'Italia stimata tra 200 e 300 miliardi, in realtà le domande presentate fino ad ora fanno emergere una base imponibile che supererebbe decisamente i 40 miliardi di euro. Lo stesso governo nel Documento programmatico di bilancio spedito a Bruxelles il mese scorso aveva parlato di "maggiori entrate, pari a circa lo 0,15% del Pil nel 2015, attese dalla ‘voluntary disclosure' sui redditi e patrimoni detenuti all'estero".

Allo scadere del termine ultimo per le domande, i contribuenti che hanno aderito avranno poi tempo altri 30 giorni, cioè fino al 30 dicembre, per presentare tutta la documentazione necessaria. La procedura di emersione volontaria dovrà poi concludersi, per tutti gli anni coinvolti, entro il 31 dicembre 2016. La ‘voluntary disclosure', contrariamente ai vecchi scudi fiscali, infatti prevede che l'Agenzia delle Entrate debba sapere i soggetti che hanno deciso di aderire e le somme dagli stessi portate all'estero. Un elemento che dovrebbe garantire un maggiore gettito fiscale anche nei prossimi anni.

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