59 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Reazioni europee alle dimissioni di Renzi: “Non è l’inizio di una nuova crisi in Eurozona”

Svariate le reazioni europee all’esito del referendum del 4 dicembre e alle conseguenti dimissioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Rammarico da parte di Angela Merkel e Schauble, che però sottolineao: “Non c’è ragione per parlare di eurocrisi, dal punto di vista economico e politico l’Italia deve continuare sulla strada cominciata da Renzi tre anni fa”.
A cura di Charlotte Matteini
59 CONDIVISIONI
Nella foto David Cameron, dimessosi dopo la vittoria della Brexit, Barack Obama, ex presidente Usa, Angela Merkel, cancelliera tedesca in lizza per il quarto mandato consecutivo, François Hollande, presidente francese uscente, e Matteo Renzi, da ieri sera dimissionario capo del governo italiano.
Nella foto David Cameron, dimessosi dopo la vittoria della Brexit, Barack Obama, ex presidente Usa, Angela Merkel, cancelliera tedesca in lizza per il quarto mandato consecutivo, François Hollande, presidente francese uscente, e Matteo Renzi, da ieri sera dimissionario capo del governo italiano.

La vittoria del fronte del No al referendum costituzionale del 4 dicembre, che ha portato alle conseguenti dimissioni del capo del governo Matteo Renzi poco dopo la chiusura delle urne elettorali, quando gli exit poll davano per certa la sconfitta del comitato referendario governativo, sta accendendo le discussioni e le analisi politiche in tutta Europa. I commenti al risultato della consultazione elettorale provengono da ogni parte dell'Europa e del mondo e lo scenario futuro sembra apparire molto incerto, soprattutto nell'Eurozona. Il 2016 è stato l'anno dei grandi cambiamenti e delle vittorie imprevedibili: la Brexit che schiaccia il Remain e porta alle irrevocabili dimissioni del premier Cameron, in Usa Donald Trump vince sulla più quotata Hillary Clinton, Hollande rinuncia al secondo mandato presidenziale e lascia orfano di candidato il fronte socialista francese. Cambiamenti inaspettati, non interpretati né previsti da media internazionali e leader politici.

Così, esattamente come successo la mattina della vittoria di Brexit e Trump, anche l'Italia ottiene il suo "day after": il 5 dicembre 2016. I leader dell'Eurozona si interrogano sul futuro del Paese e si dispiacciono per la decisione di Matteo Renzi di rassegnare immediatamente le dimissioni da capo di governo. Da una parte esultano gli euroscettici Farage e Le Pen, che si sono complimentati per l'esito referendario, dall'altra parte però è compatto il fronte dei leader che si interrogano su come andrà da oggi in poi per l'Italia, pur mantenendo un certo ottimismo di fondo.

Angela Merkel, una delle ultime leader mondiali rimasta in sella e pronta a ricandidarsi nuovamente a cancelliere della Germania, è stata la prima leader a parlare della vittoria del No al referendum costituzionale del 4 dicembre, sottolineando che nonostante abbia sempre sostenuto le riforme promosse dal governo Renzi, rispetta la decisione democratica presa dai cittadini italiani, rammaricandosi per le dimissioni del presidente del Consiglio, con il quale ha lavorato bene e con fiducia e dicendosi pronta a collaborare con il prossimo governo italiano. Dello stesso avviso è il ministro delle finanze tedesco Wolfang Schauble, che sia pur sostenendo il Sì alle riforme di Matteo Renzi, ha dichiarato: "E' urgente che in Italia si formi un nuovo governo, spero che continuerà le riforme perché l'Italia deve continuare sulla strada cominciata da Renzi tre anni fa. Anche se i cittadini italiani non accettano questa modifica costituzionale, non c'è ragione per parlare di eurocrisi, dal punto di vista economico e politico l'Italia deve continuare sulla strada cominciata da Renzi tre anni fa".

59 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views