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“Con Berlusconi assolto, posso parlare: Ruby è stata pagata 6 milioni”

È l’Espresso a riportare le parole di Egidio Verzini, l’ex avvocato di Karima. La ragazza avrebbe “incassato, in particolare, più di sei milioni di euro” sui conti all’estero. Il legale: “Se Berlusconi fosse stato condannato anche in appello, avrei continuato a tacere, per non ledere la sua posizione di imputato”.
A cura di Biagio Chiariello
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Lo scorso 18 luglio i giudici della Corte d’Appello di Milano hanno ribaltato la sentenza di primo grado per il processo Ruby con cui Silvio Berlusconi era stato condannato a 7 anni. Secondo i giudici, telefonando al funzionario della questura la sera del 28 maggio 2010 per chiedere che la “nipote di Mubarak” venisse rilasciata al più presto, l’allora premier non commise alcun reato. Ma il caso della giovane marocchina non sarebbe chiuso, secondo L’Espresso. “Ruby, avrebbe ricevuto segretamente molti più soldi di quanto non sia emerso finora: la giovane marocchina avrebbe incassato, in particolare, più di sei milioni di euro”, scrive Paolo Biondani. L’indiscrezione è dell’avvocato Egidio Verzini, il legale che ha gestito quella trattativa economica per conto di Ruby, nella primavera del 2011, mentre era il suo difensore di fiducia. Finora era venuto solo che Silvio Berlusconi aveva versato circa 57 mila euro alla “ragazza bisognoso” nel 2010, definendolo un “atto di liberalità”.

6 milioni di euro incassati da Ruby?

In realtà già la stessa Ruby in precedenza aveva scritto nella sua contabilità di aver ricevuto ben altre cifre (si era parlato di 5 milioni) dal Cavaliere. Fu Ruby personalmente, in quei giorni, a confermare al suo legale “che aveva raggiunto l'accordo e che doveva percepire cifre molto più ingenti”, spiega Verzini. “Se Berlusconi fosse stato condannato anche in appello, avrei continuato a tacere, per non ledere la sua posizione di imputato”, ha precisato a L’Espresso. “Ma ora la sentenza di assoluzione, purtroppo, viene usata come un'arma per colpire i magistrati della procura di Milano. Non si può far credere ai cittadini italiani che i fuorilegge, in questo Paese, siano i pubblici ministeri. A questo punto mi sento in dovere di parlare”, dice ancora.

"Ruby aveva capito che era l'occasione della sua vita"

Insomma, “Ruby – si legge nell’articolo del magazine di Carlo De Benedetti – aveva capito che quella era l’occasione della sua vita ed era decisissima ad uscirne con un sacco di soldi. Io le avevo proposto una strada legale. Ruby doveva costituirsi parte civile nel processo contro Emilio Fede. Un bel giorno avremmo annunciato che la costituzione veniva revocata. Come succede normalmente nei processi, questo significa che la parte civile è stata risarcita privatamente. E visto che Ruby è stata screditata sulla stampa di tutto il mondo, una transazione di alcuni milioni era credibile. Poi, se Fede alla fine non avesse pagato di tasca sua, questi non erano fatti di Ruby né miei”.  Karima, effettivamente, voleva costituirsi parte civile nel processo ma che poi per “interventi esterni” e anche pressioni rinunciò. “Qualcuno – racconta Verzini – ha suggerito o imposto a Ruby una strada diversa e non la via legale da me consigliata. A quel punto ho deciso di interrompere il rapporto con la mia assistita, in quanto ciò che mi veniva proposto andava a collidere con il rispetto delle norme del nostro ordinamento”.

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