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Poste: ogni giorno circa 13mila dipendenti non vanno a lavoro

Giornalmente circa 13mila dipendenti su 143mila non vanno a lavorare. L’amministratore delegato Francesco Caio: “Intervenire con decisione fa parte dei programmi aziendali”.
A cura di S. P.
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“Il mondo è cambiato e anche Poste italiane devono reinventarsi. Questa è la sfida che la privatizzazione, ormai avviata, permetterà di vincere ripensando un modello diverso nel passaggio dalla vecchia alla nuova economia. Una trasformazione analoga a quella che sta vivendo il Paese”: parole di Francesco Caio, ad di Poste italiane, che in un'intervista al Corriere della Sera ha parlato del piano industriale dell'azienda. “È il progetto pensato per mettere il gruppo al servizio dei cittadini accompagnandoli nella transizione dai processi analogici alla realtà del digitale”, ha spiegato Caio secondo il quale la privatizzazione “è un passaggio essenziale per consentire a Poste di continuare a svolgere il suo ruolo a servizio della comunità”. A suo dire i cittadini hanno nuovi bisogni che richiedono investimenti in nuovi servizi. “Il prezzo la farà il mercato quando, entro fine anno, verrà ultimato il percorso verso la quotazione”, ha spiegato l'ad dicendosi ottimista “perché il mercato compra trasparenza e prospettive di sviluppo. Valori che alle nuove Poste italiane non mancano”.

Problema assenteismo – Francesco Caio ha risposto anche a una domanda sull’assenteismo in Poste italiane che riguarda in media circa 13 mila dipendenti al giorno su 143 mila, dipendenti che non si presentano per malattia o altre motivazioni. Quasi 10 mila assenze, ricorda il Corriere, sono registrate nella logistica, che occupa 60 mila dipendenti. “Intervenire con decisione – secondo Caio – fa parte dei programmi aziendali. Lo richiedono ragioni di etica e di equità”.

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