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Poste in borsa, via libera della Consob: prezzo tra 6 e 7,5 euro per azioni

Il 12 ottobre 2015 inizia la privatizzazione di Poste Italiane, che verrà realizzata attraverso un’offerta di azioni della società corrispondenti a poco meno del 40% del capitale sociale.
A cura di Susanna Picone
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Via libera di Consob alla quotazione in Borsa di Poste Italiane. Il lancio del collocamento di azioni di Poste sarà lunedì prossimo, con l’obiettivo dell’avvio delle contrattazioni a Piazza Affari da martedì 27 ottobre. Andrà sul mercato il 34,7% del capitale, che potrà salire fino al 38,2%. Il ministero dell'Economia e delle Finanze ha fornito i dettagli dell’operazione.  “Il Mef – si legge nella nota – accoglie con soddisfazione l'approvazione da parte della Consob del prospetto informativo del collocamento che rappresenta dopo 16 anni la prima quotazione (IPO) di una società controllata direttamente dal Tesoro. Si tratta di una operazione fondamentale del programma di privatizzazioni del Governo, che ha l'obiettivo di rafforzare la Società, rendere più efficienti i servizi resi ai cittadini, potenziare il mercato dei capitali e reperire risorse finanziarie da destinare alla riduzione del debito. La quotazione di Poste Italiane rientra nella stagione di riforme che il Governo sta attuando e rappresenta un ulteriore segnale ai mercati di un significativo cambiamento in atto”.

Privatizzazione da circa 3 miliardi – Quanto ai dettagli dell'offerta si parla di “un quantitativo massimo di 453 milioni di azioni ordinarie, poste in vendita dal ministero dell'Economia e delle Finanze, corrispondente al 34,7% del capitale sociale della società (le azioni cedute dal ministero potranno raggiungere il 38,2% del capitale della società in caso di esercizio integrale dell'opzione greenshoe) e sarà realizzata attraverso un'Offerta Pubblica in Italia rivolta al pubblico indistinto e ai dipendenti del Gruppo Poste ed un contestuale Collocamento Istituzionale”. La valorizzazione della società è fissata tra un minimo non vincolante di 7,837 miliardi e un massimo di 9,796 miliardi, pari alla forchetta tra 6 e 7,5 euro per azione. Al governo andranno massimo 3,7 miliardi.

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