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Poletti: “500 euro per i lavoratori in Cigs e 1,5 miliardi per la lotta alla povertà”

L’ampliamento dello stanziamento dei fondi previsti per gli ammortizzatori sociali verrà attuato con un decreto correttivo. I lavoratori in cassa integrazione nelle aree di crisi avranno quindi accesso a un assegno da 500 euro al mese per 12 mesi. Critiche Cgil e Uil, plaude la Cisl.
A cura di Charlotte Matteini
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Conferenza stampa del ministro Poletti

A margine di un incontro con le organizzazioni sindacali e i rappresentanti delle Regioni, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha dichiarato che verranno attuati degli interventi relativi agli ammortizzatori sociali, in particolare di quelli destinati alle aree di crisi che, secondo una stima preliminare, dovrebbero riguardare dalle 35 alle 40 mila persone.

Lo stanziamento che verrà utilizzato per permettere l'ampliamento delle tutele verrà effettuato mediate un decreto correttivo al 148 del 2015 e dovrebbe prevedere un fondo totale da 370 milioni di euro, fondo che servirà a coprire i diversi ammortizzatori sociali previsti per tutte le categorie di lavoratori per l'anno 2016. Il fondo sarà composto da 85 milioni di euro destinati al prolungamento della Cassa integrazione straordinaria per i lavoratori delle cosiddette aree di crisi, a cui andranno aggiunti 150 milioni per il sussidio economico che verrà riconosciuto a tutti quei lavoratori, di quelle stesse aree, che al momento sono rimasti privi di ammortizzatori sociali e che potranno contare su un sussidio ulteriore da 500 euro al mese per un anno. Il terzo stanziamento, invece, prevede un fondo da 135 milioni di euro destinato all'ampliamento dell'indennità di disoccupazione (Naspi) per i lavoratori stagionali ricorrenti, che verrà quindi incrementata da tre a quattro mesi totali. Il decreto attuativo del Jobs Act ridusse la Naspi dei lavoratori stagionali da sei a tre mesi e in questo modo si cerca di estendere il sussidio per un ulteriore mese.

Inoltre, il ministro del Lavoro ha anche dichiarato che per l'anno 2017 il governo prevede lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro per interventi di lotta alla povertà, degli aiuti economici destinati a coprire i nuclei familiari con a carico persone di minore età in gravi difficoltà. All'inizio dell'anno l'Esecutivo ha proposto alcune misure per la lotta alla povertà, tra cui il reddito minimo di inclusione, un intervento riservato “alle famiglie con minori o con gravi disabilità o con donne in stato di gravidanza, mettendo al centro il contrasto alla povertà infantile come dramma nel dramma e dai nuclei in cui ci siano disoccupati con oltre 55 anni di età, la cui attivazione e ricollocazione lavorativa è, obiettivamente, più difficile". Nel 2015, stando al rapporto diramato dall'Istat lo scorso 14 luglio, oltre un milione mezzo famiglie hanno vissuto in povertà assoluta in Italia, pari a 4 milioni e 598mila persone.

Le reazioni dei sindacati

La Cgil, per voce del segretario confederale Serena Sorrentino, si dice piuttosto critica: "Interventi parziali, non sufficienti, di sola risposta alle emergenze. Noi chiedevamo modifiche più profonde sugli ammortizzatori. E anche l'intervento sulla Naspi è sbagliato, si tratta solo di un mese in più e tutela esclusivamente i lavoratori stagionali dei settori del turismo e delle terme".

Guglielmo Loy della Uil è dello stesso avviso della Sorrentino, ma nonostante pensi sia una "misura tampone", sostiene possa essere un primo passo per un intervento più radicale. "Il piano del governo è solo un'aspirina, un tampone per l'emergenza ma è un primo passo per un intervento complessivo. La febbre nei territori è ancora alta e il piano del governo serve solo ad abbassarla ma non cura la malattia. Un tampone e ora serve un provvedimento più approfondito che salvaguardi anche i lavoratori al di fuori delle aree di crisi anche se apprezziamo che il governo abbia avviato una riflessione sul Jobs Act e che prenda atto della necessità di modificare la riforma degli ammortizzatori sociali".

Il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni, invece, plaude all'iniziativa e sostiene sia "una risposta positiva, una bella notizia. "Quando ci sono risorse per i lavoratori è sempre una risposta positiva. 500 euro in più per chi ha perso tutto è sempre un segno in più. Poter dire a chi ha perso quasi tutto che avrà risorse almeno fino alla fine del 2017 è, per un contrattualista, un fatto positivo ed una bella notizia".

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