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Più libertà di stampa in Italia dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi

Secondo il report annuale di Freedom House sulla libertà di stampa nel mondo, nel 2012 l’Italia ha guadagnato qualche punto grazie alle dimissioni dell’ex Premier, rimanendo però ancora parzialmente libera.
A cura di Antonio Palma
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Più libertà di stampa in Italia dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi

L'Italia rimane sostanzialmente un Paese ancora non completamente libero per giornali e giornalisti, collocata in fondo alle varie classifiche sulla libertà di stampa diffuse nel mondo. Lo conferma anche il report annuale dell'organizzazione non governativa Freedom House, diffuso in occasione della giornata mondiale sulle liberta di stampa nel mondo, che piazza l'Italia al settantesimo posto nella classifica 2012  insieme a Guyana e Hong Kong giudicandola ancora parzialmente libera.

Ridotto il controllo sulle televisioni pubbliche da parte di Berlusconi – Eppure secondo Freedom House quest'anno per il nostro Paese c'è stato un piccolo passo avanti nella libertà di stampa soprattutto dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi a novembre che hanno permesso all'Italia di guadagnare un punto nel punteggio generale e cinque posizioni nella classifica mondiale. Secondo il rapporto le dimissioni dell'ex Premier hanno influito positivamente sulla libertà di stampa perché hanno permesso di ridurre il suo controllo sulle emittenti di Stato e l'influenza sulle nomine di amministratori, dirigenti e giornalisti chiave dell'azienda radiotelevisiva pubblica.

L'Italia penultima in Europa occidentale – L'Italia resta però ancora indietro rimanendo penultima nella classifica della libertà di stampa nei Paesi dell'Europa occidentale davanti solo alla Turchia, l'unica Nazione parzialmente libera in Europa insieme all'Italia. In generale è proprio l'Europa dell'Ovest ad avere i punteggi migliori nel mondo visto che le prime dieci posizioni sono appannaggio di Nazioni europee, con i Paesi scandinavi nettamente al di sopra degli altri, infatti, nelle prime tre posizioni troviamo Finlandia, Norvegia e Svezia.

Migliora la libertà di stampa dei Paesi della primavera araba – Resta alta comunque la preoccupazione per la libertà dei giornalisti nel Mondo come in Nord Corea, la peggiore in assoluto, ma anche in Cina o a Cuba dove la repressione è continua e costante. Grave la situazione della libertà di stampa anche per molti Paesi africani e dell'Europa dell'Est come Guinea Equatoriale, Eritrea, Uzbekistan, Turkmenistan e Bielorussia che occupano le ultime posizioni. Notizia positive invece dai Paesi della primavera araba che hanno guadagnato molta libertà in seguito alla caduta dei regimi, come in Libia, Tunisia ed Egitto che passano da non liberi a parzialmente liberi. In generale nel mondo sono 66 i Paesi giudicati liberi per la stampa, 72 quelli parzialmente liberi e 59 quelli non liberi.

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