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Attentato di Nizza, perché i fori dei proiettili sono solo sul lato passeggero

Le domande sul tragico attentato del 14 luglio possono stimolare lo sviluppo di sistemi più efficienti per la difesa ma, all’opposto, possono convincere che le tragedie siano dopotutto sempre evitabili.
A cura di Redazione
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Mohamed Lahouaiej Bouhlel ha noleggiato il camion più pesante (19 tonnellate), l'avrebbe parcheggiato sul lungomare di Nizza e ha atteso il momento dei fuochi d'artificio. Quando gli occhi dei più guardavano il cielo, ha girato la chiave dell'automezzo, ha superato i controlli di sicurezza, ha cominciato a correre in mezzo alla folla e ha percorso due chilometri tra i 50 e gli 80 km/h. Come è possibile che gli agenti di polizia non siano riusciti a fermare prima il trentunenne tunisino? Una domanda, questa, che invita a ragionare su strategie, mezzi e preparazione degli organi di difesa, ma che allo stesso tempo non può fungere da argomento consolatorio di chi – comprensibilmente ma in errore – vorrebbe poter leggere la sciagura come qualcosa di sistematicamente evitabile.

Perché i fori si trovano solo sul lato passeggero

Il camion dell'attentato di Nizza
Nizza, il parabrezza crivellato dai colpi della gendarmerie (@Patrick Aventurier/Getty Images).

"Come è possibile che il parabrezza e il cofano del camion siano stati colpiti solo dal lato passeggero?", questa domanda rimbalza di bacheca in bacheca e allude o all'incapacità della gendarmerie, o a un non meglio precisato complotto che vedrebbe guardie e ladri – almeno temporaneamente – sullo stesso fronte di lotta. In realtà l'automezzo è stato colpito anche sui fianchi, compreso quello del guidatore, ma si tratta per lo più di proiettili esplosi al momento dell'assalto finale, quando ormai il motore era fermo.

I colpi esplosi sulla portiera lato conducente
I colpi esplosi sulla portiera lato conducente

Come spiegare dunque i fori presenti quasi esclusivamente solo sul lato passeggeri? La spiegazione in realtà è semplice: gli agenti devono aver prediletto un aggressione sul lato destro e non su quello del guidatore proprio per non diventare facile bersaglio dell'attentatore che, poco prima, aveva ucciso un motociclista. Come ha spiegato a Fanpage.it un finanziere esperto di balistica, assunta questa prospettiva è normale che i fori si trovino sul lato passeggero, poiché i colpi, esplosi da quel fianco, miravano esattamente a Bouhlel.

Traiettoria dei colpi.
Traiettoria dei colpi.

Due chilometri di terrore

Il traffico era vietato ai mezzi, ma il camion ha viaggiato dal civico 11 della Promenade al 147: quasi due chilometri durante i quali il terrorista ha mietuto 84 vittime, sbandando con l'obiettivo di colpire più persone possibile. La leggerezza fatale di chi ha permesso la circolazione del camion in quella zona è praticamente indiscutibile, quale che sia stata la motivazione (il trasporto di gelati o altro). Qualcosa invece bisogna precisare su quei due chilometri, poiché se la marcia copre effettivamente tale distanza, in realtà sono circa 45 i secondi nei quali il camion uccide gli innocenti accelerando fino a raggiungere 80 km/h.

Gli agenti non potevano colpire almeno le gomme? Oppure non sarebbe stato opportuno installare i dissuasori taglia-gomme? Prima di quei fatali 45 secondi gli agenti devono aver pensato che sarebbe stato tremendo se il camion, a causa di una perdita di pressione alle gomme, avesse cominciato a sbandare. Uno stile di guida che è stato poi lo stesso terrorista a tenere proprio per poter lasciare più vittime possibile sul suolo. Decisamente più efficace si sarebbe rivelato il cannone a microonde RF Safe Stop, un dispositivo usato dall'Esercito statunitense e da alcuni reparti di polizia a stelle e strisce per fermare le auto "colpendo" il motore. Questo cannone spara infatti fasci di energia ad alta intensità e non letali che mandano in tilt i dispositivi elettrici dell'auto ed elettronici della vettura.

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