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Per Berlusconi è già campagna elettorale: “Aumenteremo le pensioni minime a 1000 euro”

Su Gentiloni, Berlusconi appare cauto e collaborativo, dichiarando di essere disposto a sostenere tutti i provvedimenti che Forza Italia giudicherà positivi e utili agli italiani.
A cura di Charlotte Matteini
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Berlusconi casa eredità

Dopo la vittoria del No al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre, che ha portato alle dimissioni dell'ormai ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, Silvio Berlusconi sembra intenzionato a tornare nuovamente ad essere uno dei maggiori protagonisti dell'agone politico italiano, tanto che nelle ultime settimane le sue dichiarazioni e i suoi annunci si stanno via via intensificando e moltiplicando rispetto al passato.

Dalla legge elettorale, passando alle pensioni minime, Berlusconi a mano a mano sta delineando il percorso politico di quella che potrebbe essere considerata una rinascita, l'ennesima, per Forza Italia e per il leader del centrodestra italiano. "Noi non vediamo un'altra soluzione che quella di un sistema elettorale proporzionale che garantisca la corrispondenza tra la maggioranza parlamentare e la maggioranza popolare. E solo una legge proporzionale in uno scenario politico tripolare può garantire che la maggioranza in parlamento si identifichi con la maggioranza dei cittadini", ha dichiarato Silvio Berlusconi in relazione alla riforma della legge elettorale di cui ormai da molte settimane discutono i leader politici di maggioranza e opposizione. In un messaggio a Paolo Russo, coordinatore di Forza Italia della città di Napoli, inviato in occasione del tradizionale brindisi di Capodanno, Berlusconi ha inoltre aggiunto: "Mi auguro che il governo Gentiloni traduca in concreto il proposito di facilitare un accordo su questa materia, che ovviamente spetta al Parlamento, e che in sede parlamentare il Pd dimostri di aver capito la lezione della sconfitta referendaria e si renda partecipe di un percorso condiviso sulle regole".

Sembra non aver intenzione di tirarsi indietro, Silvio Berlusconi, che ai suoi annuncia di essere disposto a sostenere ogni provvedimento considerato utile e positivo proposto dal governo Gentiloni, nonostante sia convinto che questo esecutivo sia una mera fotocopia del precedente: "Al governo spetta gestire alcune vere e proprie emergenze sul piano interno e internazionale. Lo vedremo all'opera e valuteremo ogni provvedimento proposto dal governo stesso sostenendolo col nostro voto ove lo ritenessimo positivo e utile nei confronti dell'Italia e degli italiani. Questo da sempre è il nostro modo di essere all'opposizione, una opposizione responsabile che ci distingue dalla politica del tanto peggio, tanto meglio, proprio dell'opposizione della sinistra. Naturalmente si tratta di un governo molto simile al precedente, al quale noi non possiamo e non vogliamo assicurare il nostro sostegno, pur apprezzando lo stile sobrio ed equilibrato fin qui manifestato dal Presidente del Consiglio", ha spiegato il leader di Forza Italia.

E per quanto riguarda il futuro politico? Berlusconi sembra stia già pensando alle prossime elezioni politiche, che potrebbero non essere poi così lontane considerando il fatto che molte forze parlamentari sembrano essere orientate – a prescindere dall'incognita relativa alla legge elettorale – ad andare al voto entro la prossima estate. "Di fronte alla sconfitta del renzismo e all'evidente incapacità dei Cinque stelle di proporsi come credibile alternativa di governo solo una proposta politica seria, credibile, basata su un programma liberale e riformatore, sui principi cristiani e sui valori del partito del popolo europeo, può permettere all'Italia di uscire dalla crisi e al tempo stesso sconfiggere la disaffezione alla politica che ha portato metà degli italiani a disertare le urne. Ed è soprattutto nei confronti di questi italiani che noi dobbiamo svolgere una campagna di persuasione e di coinvolgimento", ha sottolineato Berlusconi, riproponendo in sostanza i punti cardine del suo programma.

"Nella cosiddetta povertà relativa ci sono pensionati che, dopo una vita di lavoro, avrebbero diritto a trascorrere con serenità e in condizioni dignitose la propria vecchiaia. Per questo l'aumento delle pensioni minime a mille euro è uno dei primi provvedimenti che prenderà il nostro governo. Siamo credibili nel prometterlo, perché lo abbiamo già fatto, nel 2001, quando abbiamo aumentato le pensioni ad un minimo di un milione di lire, cifra che allora significava un grande passo avanti", ha annunciato quindi Berlusconi.

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