Papa Francesco: “Vergogna per sangue innocente di donne, bambini, migranti e scandali Chiesa”
Le guerre, la violenza, le migrazioni dovute ai conflitti e alla fame sono stati al centro della Via Crucis presieduta da papa Francesco al Colosseo. In una Roma blindata, tra imponenti misure di sicurezza, ventimila fedeli hanno assistito al tradizionale rito del Venerdì Santo. Proprio nel giorno in cui la francese Marine Le Pen ha chiesto alla Chiesa di “non immischiarsi” in affari che non la riguardano come l’accoglienza il Papa ha lanciato il suo appello per fermare il sangue versato da chi è costretto a fuggire da guerre e fame. “Vergogna per tutte le immagini di devastazione, di distruzione e di naufragio che sono diventate ordinarie nella nostra vita. Vergogna per il sangue innocente che quotidianamente viene versato di donne, di bambini, di immigrati e di persone perseguitate per il colore della loro pelle, oppure per la loro appartenenza etnica e sociale, e per la loro fede in te”, ha detto papa Francesco nella sua invocazione al termine della Via Crucis. “Vergogna – ha continuato – per tutte le volte che noi vescovi, sacerdoti, consacrati e consacrate, abbiamo scandalizzato e ferito il tuo corpo, la Chiesa, e abbiamo dimenticato il nostro primo amore, il nostro primo entusiasmo e la nostra totale disponibilità, lasciando arrugginire il nostro cuore e la nostra consacrazione”.
“Vergogna – ha aggiunto ancora Bergoglio – per il nostro silenzio dinanzi alle ingiustizie, per le nostre mani pigre nel dare e avide nello strappare e nel conquistare”. “Per la nostra voce squillante nel difendere i nostri interessi e timida nel parlare di quelli altrui. Per i nostri piedi veloci sulla via del male e paralizzati su quella del bene”, così ancora il Pontefice. Al suo arrivo al Colosseo papa Francesco è stato accolto tra gli altri dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, con la quale si è intrattenuto per qualche istante. Le meditazioni recavano quest'anno, per volontà del Papa, la firma della biblista francese Anne-Marie Pelletier, che ha vinto il Premio Ratzinger nel 2014.