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Papa Francesco: “Spesso la mia fede è in crisi e rimprovero Gesù”

Le parole di Papa Bergoglio riportate da Avvenire: “Tante volte mi trovo in crisi con la fede, a volte ho avuto l’audacia di rimproverare Gesù e anche di dubitare”.
A cura di D. F.
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Può, il capo della Chiesa Cattolica, vivere una crisi di fede? Sì, e ad ammetterlo è stato proprio papa Francesco ieri in una dichiarazione riportata da Avvenire, quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana. A uno dei ragazzi che gli ha chiesto se ha mai avuto una crisi il pontefice ha replicato: "Tante volte mi trovo in crisi con la fede, a volte ho avuto l'audacia di rimproverare Gesù e anche di dubitare. Questo sarà la verità? Ma sarà un sogno?". Bergoglio ha spiegato ai giovani che ciò gli è accaduto "da ragazzo, da seminarista, da religioso, da prete, da vescovo e anche da Papa".

Papa Francesco ha anche commentato due giorni fa la persecuzione dei cristiani in medio oriente, spiegando – con molta nestà intellettuale – che di certo l'espressione "genocidio" è inopportuna. Secondo Bergoglio, spiega Avvenire, si tratta di un'"espressione riduttiva, che focalizza la questione da un ottica sociologica e ciò riduce una realtà articolata e complessa a categorie di pura dinamica sociale. In realtà, ha aggiunto, in Medio Oriente si tratta di persecuzione, di martirio, e dunque di sacrificio della propria vita per ragioni di fede".

Papa Francesco: "Meglio fare figli che avere cani e gatti in casa"

Nei giorni scorsi aveva fatto molto discutere, soprattutto tra gli animalisti, una dichiarazione del Papa: "Oggi l’Italia ha un tremendo calo delle nascite, credo che l’indice demografico sia sotto zero. Tutto è cominciato con la cultura del benessere vent’anni fa. Ho conosciuto tante famiglie che preferivano avere dei gatti o un cane a casa piuttosto che fare un figlio, perché fare un figlio non è facile e poi bisogna portarlo avanti…”. Quindi Bergoglio ha aggiunto: “E’ una sfida, perché si crea una persona che diventerà libera. I cani o i gatti, non mi accusino gli animalisti, ci daranno affetto ma è un affetto ‘programmato’, non libero. I figli saranno liberi e dovranno andare nella vita con i rischi che comporta: questa è la sfida che fa paura perché la libertà fa paura. E invece bisogna rischiare, senza avere paura”.

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