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Papa Francesco: “La burocrazia non faccia soffrire ulteriormente i terremotati”

Il Pontefice manifesta ancora una volta la propria solidarietà ai terremotati e si rivolge indirettamente alle istituzioni: “Per favore che qualsiasi tipo di burocrazia non li faccia aspettare e ulteriormente soffrire”,
A cura di Biagio Chiariello
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Papa Francesco ribadisce la propria vicinanza alle popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia, oltre che dalle impervie condizioni ambientali di questi giorni. "Vorrei rinnovare la mia vicinanza alle popolazioni dell'Italia centrale che ancora soffrono le conseguenze del terremoto e delle difficili condizioni atmosferiche. Non manchi a questi nostri fratelli e sorelle il costante sostegno delle istituzioni e la comune solidarietà. E per favore che qualsiasi tipo di burocrazia non li faccia aspettare e ulteriormente soffrire", è l'appello del Pontefice, al termine dell'Angelus in piazza San Pietro.

Subito prima il Santo Padre aveva citato la Giornata mondiale dei malati di lebbra, che si celebra oggi. "Questa malattia, – ha affermato – pur essendo in regresso, è ancora tra le più temute e colpisce i più poveri ed emarginati. E' importante lottare contro questo morbo, ma anche contro le discriminazioni che esso genera. Incoraggio quanti sono impegnati nel soccorso e nel reinserimento sociale delle persone colpite dalla lebbra, per le quali assicuriamo la nostra preghiera".

E ancora. Non bisogna "appesantirsi nell'opacità della consumazione vorace del ‘più ho più voglio'. Questo uccide l'anima: l'uomo e la donna che fa questo non è felice e non arriverà alla felicità". Lo ha affermato Papa Francesco, nella breve catechesi che ha preceduto l'Angelus, dedicata oggi all'esaltazione evangelica dei "poveri in spirito".  Per Francesco, "la felicità dei poveri in spirito ha una duplice dimensione: nei confronti dei beni e nei confronti di Dio.  Riguardo ai beni materiali essa – ha spiegato – è sobrietà: non necessariamente rinuncia, ma capacità di gustare l'essenziale, di condivisione; capacità di rinnovare ogni giorno lo stupore per la bontà delle cose".

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