Pakistan, la bambina down accusata di blasfemia è ancora in carcere
Con l’arresto di Khalid Jadoon, l’imam accusato da un testimone di aver falsificato le prove che hanno condotto in carcere Rimsha Masih, il caso della ragazzina cristiana ha avuto una svolta. La giovane pakistana, affetta da un ritardo mentale, era stata arrestata perché accusata di aver bruciato alcune pagine del Corano ma, dopo la testimonianza del religioso, lo stesso imam era finito nei guai perché accusato di aver inserito tra i fogli dati alle fiamme da Rimsha le pagine del testo sacro. Un colpo di scena che ha subito spinto il presidente del Consiglio degli ulema del Pakistan a chiedere l’immediata liberazione della ragazzina che però, al momento, resta ancora in carcere. Oggi doveva essere il giorno dell’udienza per la liberazione su cauzione di Rimsha che però è stata rinviata (al prossimo 7 settembre) per cui la giovane accusata di blasfemia dovrà ancora scontare del tempo in carcere.
L’imam rischia l’ergastolo – Rimsha è detenuta già dallo scorso 16 agosto, venerdì il giudice aveva prorogato ancora la sua custodia cautelare per permettere altre indagini. Poi è arrivato l’arresto dell’imam, rinchiuso nello stesso carcere della ragazzina, e che ora rischia una pena esemplare. Secondo quanto fanno sapere dalla polizia pakistana, infatti, se l’imam venisse riconosciuto colpevole di aver dissacrato il Corano potrebbe essere condannato all’ergastolo. Per l’avvocato dell’accusa, invece, le autorità stanno interferendo con la giustizia “perché vogliono far rilasciare Rimsha”.