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Padoan: “Con la manovra punteremo alla crescita. Il deficit previsto rispetta regole Ue”

In un’intervista a La Stampa, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan parla della trattativa tra Esecutivo e Commissione europea relativa alla manovra che il Governo si appresta a presentare a Bruxelles e delle aspettative relative all’esito del referendum costituzionale.
A cura di Charlotte Matteini
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Non è una trattativa, quella con l'Unione europea, secondo il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Con i commissari europei il dialogo è continuo, rimangono solamente alcuni punti ancora da chiarire riguardo la manovra economica che il Governo si appresta a presentare a Bruxelles e, nella quale, saranno inseriti numerosi interventi da realizzare anche ricorrendo alla cosiddetta "flessibilità di bilancio", ovvero scorporando dai vincoli imposti dal Patto di stabilità le somme relative ad alcune azioni che l'Esecutivo intende realizzare nel 2017.

Fonti europee sostengono che tra l'Italia e l'Europa non esista ancora un accordo informare relativo all'aumento del deficit al 2% rispetto alle iniziali stime presentate dal Governo. Ma sul punto il ministro dell'Economia, durante un colloquio con Alessandro Barbera del quotidiano La Stampa, ritiene che il nostro Paese sia "in una situazione conforme alle regole", dunque il deficit non dovrebbe rappresentare un problema in sede europea. I punti cardine della trattativa con l'Ue sono essenzialmente due: l'Italia vorrebbe scorporare dai vincoli di bilancio le somme necessarie all'accoglienza dei migranti e alla ricostruzione delle aree terremotate del Centro Italia, per un totale di circa 6,5 miliardi di euro. La Commissione, però, non solo sostiene che quegli eventi non siano caratterizzati da "eccezionalità", come prevedono le norme europee relative alla flessibilità, ma siano inoltre troppo alte rispetto al reale fabbisogno. "Secondo noi quello scostamento è del tutto giustificato. Con la Commissione partiamo da punti di vista diversi in grande trasparenza", spiega Padoan.

A pesare sulle posizioni della Commissione ci sarebbe l'incognita Brexit: "L'incertezza non consiste nell’avere chiaro il se, ma il come e il quando. E la responsabilità non è solo di Downing Street. Temo uno stallo di un anno, in attesa delle elezioni tedesche e francesi", spiega Padoan, sottolineando che "i danni si vedranno con il tempo".

Se la Commissione dovesse bocciare la richiesta di flessibilità aggiuntiva avanzata dall'Italia, che cos'accadrebbe? Sul punto Padoan risponde che l'ipotesi non viene nemmeno presa in considerazione, "perché adotteremo un saldo di bilancio coerente con le regole e gli accordi europei". La manovra che l'Esecutivo Renzi si appresta a presentare prevede interventi a copertura della clausola di salvaguardia per scongiurare gli aumenti dell'Iva – pari a 15 miliardi di euro – oltre a le somme necessarie per l'accoglienza migranti, ricostruzione delle zone terremotate e misure a sostegno della crescita economica.

Per quanto riguarda l'esito del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, Padoan sostiene: "So che sui mercati internazionali si è creata un’aspettativa da fine mondo, e questo ovviamente è un problema. Ma si diceva la stessa cosa all’alba della Brexit, e invece i mercati hanno riassorbito lo choc rapidamente. La cosa che mi preoccupa di più è un altra: il processo di riforme innescato da questo governo si interromperebbe per chissà quanto. Se c’è una cosa che rivendico di questi due anni e mezzo di governo, è il suo segno riformista. L’Italia perderebbe un treno che potrebbe non ripassare".

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