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Orrore in India, inserisce un martello nell’addome della moglie: “Punita perché sterile”

La donna, una 38enne originaria del Nepal, è stata ricoverata il giorno di Natale con forti dolori addominali e gonfiore. Sottoposta ad una operazione, i medici hanno trovato un oggetto lungo 40 centimetri nel suo intestino. Il coniuge è accusato di stupro e lesioni gravi.
A cura di Ida Artiaco
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Il martello ritrovato nell'addome della 38enne.
Il martello ritrovato nell'addome della 38enne.

È stata sottoposta ad una vera e propria tortura perché sterile. Così una donna, residente in India di 38 anni è quasi morta dopo che il marito le ha inserito un martello lungo circa 40 centimetri nell'addome e su per l'intestino. La vittima era stata ricoverata in uno ospedale di Haldwani, città a Nord del Paese, il giorno di Natale lamentando forti dolori allo stomaco e un gonfiore anomalo. Sollecitata dai medici, ha confessato che era stato il marito ad infliggerle quella punizione perché non in grado di dargli dei figli, minacciando di ucciderla se avesse parlato con qualcuno di quella violenza.

Sottoposta ad un intervento chirurgico, i sanitari hanno prelevato dal suo intestino l'arma della tortura. I due coniugi, entrambi originari del Nepal, erano arrivati insieme al Pronto Soccorso. "Siamo sotto shock, nessuno avrebbe mai potuto prevedere un epilogo simile – ha dichiarato alla stampa locale, e ripreso dal quotidiano inglese Mirror, Kedar Singh Shah, medico chirurgo dell'ospedale di Haldwani -. La radiografia aveva mostrato soltanto delle macchie non ben identificabili, per questo è stato necessario portare la paziente in sala operatoria. I danni interni riportati sono molto gravi, ed avrebbe potuto morire se non fossimo intervenuti immediatamente".

Il martello recuperato nell'intestino della donna era lungo circa 40 centimetri, una dimensione particolarmente grande per essere inserito in un corpo umano. I medici hanno poi fatto rapporto alla polizia locale e alla Commissione nazionale per le donne su quanto accaduto alla 38enne. "Sono venuta a conoscenza di questa terribile storia il giorno dopo l'operazione – ha raccontato Amita Lokhani, vice presidente della Commissione -. Ho visitato personalmente questa donna che è da sola e chiusa nel suo dolore, non vuole parlare con nessuno. Ho provato a chiederle cosa fosse successo, ma lei ha solo avuto la forza di piangere, fin quando il marito non si è allontanato e non ha confessato che le torture vanno avanti da tempo". Alla base delle violenze, sempre la sua sterilità, che dava vita a discussioni che spesso sfociavano in abusi. L'uomo, dopo essere stato ufficialmente accusato di stupro  e lesioni gravi, si è dato alla fuga ed è ricercato dalle autorità nazionali, mentre la moglie resterà ancora in ospedale sotto osservazione ancora per qualche giorno.

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