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Omicidio Bologna, confessa il marito di Liliana Bartolini: “Uccisa durante una lite”

Dopo un lunghissimo interrogatorio Andrea Balboni ha confessato il delitto: “Lei ha preso un coltello a serramanico che tenevamo in salotto e ha tentato di ferirmi al volto. Mi sono spaventato, nella foga di strapparglielo c’è stato un corpo a corpo, al termine del quale siamo caduti insieme. Io sopra di lei. E’ stato in quel momento che il coltello le è finito nella gola”.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo aver negato per undici ore ogni coinvolgimento nel delitto di Liliana Bartolini nella tarda serata di ieri Andrea Balboni è crollato e, nella caserma dei carabinieri di Dozza, ha confessato di essere stato l'autore dell'omicidio della donna, sua moglie: "Ora sono pronto a raccontare la verità", ha detto ai militari, che solo pochi minuti prima l'avevano tratto in arresto dopo aver ascoltato diverse incongruenze nel suo racconto. "Sono rincasato un po’ in ritardo dopo il lavoro – dice, assistito dall’avvocato Ada Maria Barbanera – e mia moglie, appena mi ha visto, mi ha aggredito verbalmente in preda alla gelosia. Mi accusava di essere stato con la mia amante, una volta smontato dal lavoro". Alcuni mesi fa infatti la Bartolini aveva scoperto della relazione extraconiugale del marito. La lite tra i due ben presto è passata dalle parole ai fatti: "Mia moglie ha afferrato un bastone e mi ha colpito". Ciò spiegherebbe le tumefazioni al volto e alle braccia riportate dal tassista cinquantaduenne.

Balboni: "Ho ucciso mia moglie per errore durante una colluttazione"

Andrea Balboni ha quindi continuato: "Ne è nata una colluttazione e io l’ho disarmata. A quel punto lei ha preso un coltello a serramanico che tenevamo in salotto e ha tentato di ferirmi al volto. Mi sono spaventato, nella foga di strapparglielo c’è stato un corpo a corpo, al termine del quale siamo caduti insieme. Io sopra di lei. E’ stato in quel momento che il coltello le è finito nella gola. C’era un lago di sangue e mi sono molto spaventato. Così ho deciso di nascondere il coltello e inventare l’aggressione. Ero sotto choc". Spetterà ora agli inquirenti verificare se il racconto dell'uomo sia compatibile con le ferite mortali riportate da sua moglie. Balboni per finire ha indicato ai carabinieri anche il luogo dove aveva nascosto l’arma, quindi è stato accompagnato nella sua cella in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

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